mercoledì 28 dicembre 2016

SUCCESSO PER LA CORALE “B.M.V. SOCCORSO” ALLA QUINTA RASSEGNA NATALIZIA DI CORALI – SANTUARIO MADONNA DI FATIMA


Un'eccellente ed apprezzata esibizione della Corale “B.M.V. Del Soccorso “ di Menfi alla Quinta Rassegna Natalizia di Corali tenutasi all'Opera Santuario Nostra Signora di Fatima di Birgi. Una rassegna, ormai affermata nel panorama musicale siciliano, che raccoglie il meglio delle corali amatoriale siciliane e che quest'anno ha avuto come filo conduttore il Natale, con organici corali che hanno eseguito repertori di altissimo livello.

Il coro “B.M.V. del Soccorso”, a voci miste, maschili e femminili, è diretto dal Maestro Mauro Cottone, ed è composto dalle seguenti voci:
Lanzarone Giusy, soprano,
Lalomia Giusy, soprano,
Barbera Gabriella, soprano,
Lanzarone Lilli, contralto,
Tabbì Eleonora, contralto,
Bonacasa Gaspare, basso,
Ciccarelli Francesco, basso.
L'esibizione è stata accompagnata dal suono delicato, raffinato ed elegante del flauto traverso di Irene Lanzarone.
Il coro, disposto ad arco nella distribuzione classica delle voci, si è esibito in un repertorio che ha messo in risalto le doti canore ed artistiche dei componenti, anche nei delicati passaggi di seconda e terza voce, ed ha eseguito magistralmente il GLORIA (Di Fatta), il KYRIE (P. Pillepich) per concludersi con un applaudito SANTO (M. Frisina) con un'ottima qualità tecnica coniugata ad un sentito calore interpretativo.
Un plauso particolare al Maestro Mauro Cottone che, non solo ha diretto i coristi con estrema professionalità ed indubbia esperienza, ma ha egli stesso prestato le sue doti canore alla impeccabile esecuzione dei brani presentati.
L'ensemble ha meritato il gradimento del folto pubblico presente nel Santuario.
Al Maestro ed ai Coristi il nostro plauso e l'Augurio di ulteriori e meritati successi.
By Michele Barbera

  

giovedì 22 dicembre 2016

FALSI D'AUTORE: MARTHA MEDEIROS, ROSITA VICARI E... PABLO NERUDA

Social, siti e blog sono intasati di citazioni di opere e di pensieri di grandi poesti e scrittori. Il che è di per sé una bella cosa. Non c'è alcun motivo infatti per ritenere “superati” concetti, riflessioni e poesie che, invece, spesso contengono espressioni e musicalità, oltre che una intrinseca vitalità che trascende il mero presente o l'epoca in cui furono concepiti. Si tratta di opere che spesso assurgono alla memoria collettiva, diventano patrimonio intellettuale di generazioni.
Martha Medeiros
E' anche vero, purtroppo, che la rete spesso involontariamente, talvolta con una sorta di “dolo collettivo” per lo più inconsapevole, distorce significati, concetti ed anche... autori.
La fenomenologia del “falso in rete” richiederebbe l'estensione di accurate ricerche psico-socio- antropologiche: nel web si può trovare di tutto e si falsifica di tutto. La sindrome del “fake” contagia profili, opere, citazioni, notizie, identità, sino a sfociare nell'illecito (truffe, falsi contatti, etc...). Si possono trovare addirittura siti dedicati e costruiti dichiaratamente sul falso o sulla scoperta del falso.
Ciò può lasciare dolorosi e fastidiosi strascichi ( non solo nel portafogli, ma anche sul piano personale), e talvolta può assumere i contorni del grottesco, del paradossale.

E' il caso ad esempio di due poetesse, una Martha Medeiros, giornalista brasiliana autrice di una delle più belle poesie contemporanee (“Ode alla vita”, altrimenti conosciuta come “Lentamente muore”) e l'altra Rosita Vicari, italiana di Ivrea, anch'ella autrice di una struggente poesia d'amore, conosciuta come “Se saprai starmi vicino”.
Rosita Vicari
Cos'hanno in comune le due poetesse? Che entrambi i loro capolavori sono stati erroneamente - per dolo, diletto o sbaglio o per asineria - attribuiti al famosissimo poeta Pablo Neruda.
Ora è evidente che per la diffusione mondiale che hanno avuto i due testi il paragone può anche lusingare (come graziosamente chiosato da Rosita Vicari nel suo sito personale) ma è evidente il torto che subiscono alla loro personale dote creativa e di paternità.
Dunque, diamo loro il dovuto riconoscimento, senza nulla togliere al grande Pablo Neruda che belle poesie di suo ne ha scritte tante senza bisogno che gliene vengano attribuite altre.
Nasce spontaneo, direbbe qualcuno, il consiglio – prima di usare o diffondere materiale reperito su internet – di assicurarsi sulla sua fonte, sul suo autore e sui contenuti.
Responsabilità ed abbagli colossali sono dietro l'angolo!

By Michele Barbera

sabato 17 dicembre 2016

HANNO UCCISO IL RISPARMIO


Tutta colpa della crisi? No. Semmai è vero il contrario. In Italia nell'ultimo ventennio la “finanza creativa” di broker senza scrupoli ha portato a depredare i risparmiatori visti come “parco buoi” sacrificabile sull'altare del profitto personale. Le c.d. truffe finanziarie, i superstipendi dei troppi manager, la vessazione dei risparmiatori con balzelli ed oneri, la fuga dei capitali all'estero motivata dalle tassazioni finanziarie e dalla volatilità dei risparmi, unitamente alla evidente impreparazione del nostro sistema bancario rispetto alle regole rigide imposte dalla Unione Europea hanno inevitabilmente condotto ad un collasso del sistema bancario.
La vigilanza non ha saputo intervenire in tempo e la sostanziale impunità di manager corrotti e delinquenti (chiamateli “bankster”) hanno smantellato una delle colonne della nostra economia: il risparmio delle famiglie.
Gli italiani, da sempre votati alla cultura del risparmio, hanno conosciuto la insicurezza del sistema bancario e finanziario che ha rubato i loro soldi e, fatto ancora più grave, l'impotenza dello stato e delle istituzioni di vigilanza. Il denaro, frutto di tanti sacrifici e di privazioni, è stato rubato dai banditi del Far West finanziario con il colletto bianco e la fuoriserie nel parcheggio riservato.
Ora ci si lamenta della disaffezione dei cittadini per le banche, per l'erosione dei depositi e per lo spettro del bail in, l'ennesimo espediente per salvare chi ha rubato e mettere le mani in tasca a chi, magari, ha fatto sacrifici immensi per anni per depositare i soldi nelle banche.
Hanno ucciso il risparmio.
Non ci si può stupire se ora le banche falliscono una dietro l'altra. Paradossalmente ciò avviene quando la crisi (così ci dicono) è finita.
Non si è capito che il risparmio si basa sulla fiducia. Se non c'è fiducia, nessuno si rischia ad affidare i propri soldi a chicchessia.
Ecco perché è importante che chi tradisce la fiducia dei risparmiatori deve essere punito nel modo più possibile esemplare e colpito non solo personalmente, ma anche patrimonialmente, come succede per i mafiosi e per tutti i soggetti socialmente pericolosi.
Non dimentichiamo le vittime del risparmio: persone che si sono uccise dopo aver scoperto che i frutti del proprio lavoro erano andati in fumo per colpa di amministratori e manager delinquenti. Fare l'elenco? No, sarebbe troppo lungo e troppo doloroso. Ma le pagine dei quotidiani ne sono piene.
Volete che il sistema bancario si riprenda?
La risposta è semplice: responsabilità per chi amministra le banche, meno profitti per i manager, vigilanza e punizione per i bankster. Senza pietà. E maggiori garanzie per chi si priva del quotidiano non perché è speculatore, ma solo perché pensa al futuro delle aziende e delle famiglie.
E se le regole europee sono sbagliate NON si subiscono. Si cambiano.
By Michele Barbera


mercoledì 30 novembre 2016

GFOREX: CONDANNATI ANCHE RIAZ E DI FONZO, CINQUE MILIONI DI EURO DI PROVVISIONALE PER IL FALLIMENTO RICONOSCIUTI I DANNI MORALI PER I RISPARMIATORI


La Terza Sezione Penale del Tribunale di Milano, al termine di una Camera di consiglio protrattasi per diverse ore, nel pomeriggio di ieri ha posto termine al dibattimento che vedeva imputati di bancarotta Riaz e Di Fonzo per il crac della GFOREX che ha volatilizzato circa venticinque milioni di euro appartenenti a 400 risparmiatori italiani.
Il Collegio ha condannato Riaz a sei anni e sei mesi di reclusione e Di Fonzo a cinque anni di reclusione. Oltre la comminazione delle pene accessorie che conseguono alla condanna. Il Tribunale ha anche liquidato, oltre le spese, anche una provvisionale di cinque milioni di euro a favore del Fallimento che potrà essere immediatamente eseguita dagli Organi Fallimentari. Ai risparmiatori costituiti parte civile, oltre alla refusione delle spese ed a una minima provvisionale, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni morali da liquidarsi in separata sede.
La pronuncia ha previsto anche la trasmissione degli atti al Ministero dell'Economia per l'accertamento di ulteriori violazioni finanziarie in relazione al Testo Unico Bancario e la declaratoria di proscioglimento per uno dei capi di accusa che riguardava l'originaria imputazione finanziaria, visto che la GFOREX aveva confuso il proprio patrimonio con quello dei risparmiatori.
Adesso, dopo l'accertamento delle responsabilità di Spinardi, Di Fonzo e Riaz, la parola passa ai giudici civili ed alla Curatela del Fallimento che, nelle more, come auspicato dai risparmiatori, ha agito civilmente contro i sindaci della società GFOREX per le violazioni commesse nell'omessa adeguata vigilanza sul crac della società.
Nel frattempo il fronte dei risparmiatori, avvalendosi del patrimonio di conoscenze e di accertamento delle responsabilità che si è acquisito grazie al processo penale, si è organizzato con la promozione di azioni civilistiche di responsabilità nei confronti di vari enti e istituti di credito.
Per una volta tanto, nella vicenda GFOREX è prevalsa nei risparmiatori la volontà di agire e fino in fondo sullo sconforto rispetto alla truffa subita per l'accertamento delle responsabilità e di perseguire il giusto risarcimento.
Proseguiremo ad attenzionare la vicenda per seguirne gli sviluppi civilistici e dal punto di vista fallimentare.

By Michele Barbera

martedì 22 novembre 2016

PREMIO ZINGARELLI, AL VIA LA NONA EDIZIONE


E' stato pubblicato il Nono Bando del Premio intitolato a Nicola Zingarelli, autore del vocabolario di lingua italiana più famoso e rinomato. Un invito a tutti gli autori a partecipare.
Ecco il testo del bando:

Premio Letterario Nazionale
Bando dell'edizione 2016
L’Associazione Culturale “LiberaMente” Aps – Circolo
di Cerignola (FG), con il Patrocinio del Comune di
Cerignola, con la collaborazione della Associazione
Culturale “Motus” e del C.U.T. (Centro Universitario
Teatrale), promuove la nona edizione del
Concorso Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli”
Il concorso (apertura 30 ottobre 2016 – chiusura 15 febbraio 2017) è denominato “Premio Zingarelli
2016. Parole Creative” ovvero “La comunicazione per vivere le Arti” dedicato al regista teatrale
Nucci Ladogana
e si articola nelle seguenti sezioni:
a) Romanzi/Racconti editi;
b) Singola Poesia inedita a tema libero;
c) Composizione teatrale (dedicato a Nucci Ladogana)
d) Premio Speciale della Giuria “Non omnia possumus omnes” (trad.: “Non tutti possiamo tutto”) a
personalità che si sono distinte, nell’anno in corso, per particolari opere dell’ingegno, per studi
scientifici di notevole prestigio, per opere di forte impegno morale ed educativo, per un particolare
impegno nel sociale o per il sostegno alla giustizia pubblica e al rispetto della legalità o a
personaggi dello spettacolo come premio alla carriera o come premio per una particolare
interpretazione.
Il Premio Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli” già dalla IV Edizione ha messo in atto un itinerario
culturale legato alle parole del Vocabolario della Lingua Italiana; infatti, con una giornata dedicata
rispettivamente alla SCRITTURA, alla PITTURA e alla MUSICA hanno ricevuto il premio personalità
del mondo letterario e artistico nazionale. Questa nona Edizione vede il prosieguo dell’itinerario
culturale con le parole che si specchiano nella “CREATIVITA’”.
Il Premio sarà assegnato ad opere di narrativa, di poesia che si distinguano per la qualità letteraria e
artistica o per la tematica di impegno sociale, morale o educativo trattata. Il Premio Zingarelli ha
richiesto il patrocinio dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Non sono previste
assegnazioni in denaro per nessuna categoria.
Il ricavato delle iscrizioni, al netto delle spese, sarà devoluto in beneficenza al Circolo di Cerignola
dell’Associazione LiberaMente Aps che continua ad allestire corsi di lettura per i diversamente abili, i non vedenti, gli ipovedenti, gli immigrati, i bambini e gli anziani con aree a loro dedicate, in continuo allestimento, ubicata in Cerignola, una delle città maggiormente votate alla cultura della provincia di Foggia. 
L’obiettivo di LiberaMente Aps - Circolo di Cerignola è quello, infatti, di incentivare alla
lettura, organizzando attività culturali che coinvolgano bambini e ragazzi, facendo riscoprire a questi
ultimi soprattutto il “piacere della lettura”.
NORME GENERALI
1. La partecipazione è aperta a tutti gli scrittori e i poeti che abbiano scritto o tradotto le loro opere in
lingua italiana e a tutti gli artisti che abbiano residenza nel territorio italiano oltre agli studenti delle
scuole superiori d’Italia.
Per la sezione a) non si esclude nessun genere letterario ed il tema è assolutamente libero.
(racconto, raccolta di racconti, giallo, avventura, satira, epica, fantascienza,
fantasy, romanzo gotico, romanzo dell’orrore, romanzo storico, romanzo
d’appendice, romanzo di fantapolitica, romanzo per ragazzi, etc. etc.).
Per la sezione b) singola Poesia inedita a tema libero.
2. I romanzi e le poesie dovranno pervenire (mediante corriere espresso, posta ordinaria, o con
raccomandata A/R) entro e non oltre il 15 febbraio 2017 rispettivamente:
Sezione a) :
presso la Segreteria del Premio Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli” alla c.a. del Presidente del
Premio Antonio Daddario – Viale G. Di Vittorio 6 – 71042 – Cerignola (FG), specificando la sezione
“Romanzi editi”, in duplice copia (una per la segreteria ed una per la giuria di sezione), il tutto
corredato da un cd - rom contenente il file (.doc o .pdf) della medesima opera e da un foglio
riportante le generalità complete dell’autore: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono (fisso e
cellulare, da utilizzare in caso di comunicazioni esclusivamente legate al concorso), e-mail,
dichiarazione di autenticità dell’opera ed autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi
dell’art.13 del D.Lgs. nr. 196/03. Nella stessa busta o pacco della spedizione ogni concorrente dovrà
allegare euro 20,00 (venti/00) in contanti (in alternativa si può effettuare un bonifico intestato a:
Antonio DADDARIO presidente Ass.ne LiberaMente Aps Circolo di Cerignola IBAN: IT42 F 02008
78381 000005300090 UNICREDIT Banca – N. B. riportare i dati del bonifico CRO nel foglio riportante
le generalità dell’autore) e nr. 1 (uno) francobollo di posta ordinaria, che servirà all’invio delle
comunicazioni inerenti le graduatorie o a comunicare l’eventuale vincita del Premio. In caso di
richiesta di informazioni urgenti si può contattare, dalle 19.00 alle 20.30, il numero 0885/424934
(Antonio Daddario – e-mail personale: daddario2003@tin.it ) oppure inviare una mail alla segreteria
info@premiozingarelli.it ( tutti i partecipanti avranno il riscontro con e-mail di avvenuta ricezione del
plico).
Sezione b) :
presso la Segreteria del Premio Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli” alla c.a. del Presidente del
Premio Antonio Daddario – Viale Giuseppe Di Vittorio, 6 – 71042 – Cerignola (FG), specificando la
sezione “Poesia inedita a tema libero”, in quintuplice copia, corredata da un cd-rom contenente il file
(.doc o .pdf) della medesima opera e da un foglio riportante le generalità complete dell’autore: nome,
cognome, indirizzo, numero di telefono (fisso e cellulare, da utilizzare in caso di comunicazioni
esclusivamente legate al concorso), e-mail, dichiarazione di autenticità dell’opera ed autorizzazione
al trattamento dei dati personali ai sensi dell’art.13 del D.Lgs. nr. 196/03. Nella stessa busta o pacco
della spedizione ogni concorrente dovrà allegare euro 10,00 (dieci/00) in contanti (in alternativa si
può effettuare un bonifico intestato a: Antonio DADDARIO presidente Ass.ne LiberaMente Aps
Circolo di Cerignola IBAN: IT42 F 02008 78381 000005300090 UNICREDIT Banca – N. B. riportare i dati del bonifico CRO nel foglio riportante le generalità dell’autore) e nr. 1 (uno) francobollo di postaordinaria, che servirà all’invio delle comunicazioni inerenti le graduatorie o a comunicare l’eventuale vincita del Premio. In caso di richiesta informazioni si può contattare, dalle 19.00 alle 20.30, il numero 0885/424934 (Antonio Daddario – e-mail personale: daddario2003@tin.it ) oppure inviare una mail a info@premiozingarelli.it (tutti i partecipanti avranno il riscontro con e-mail di avvenuta ricezione del plico).
Sezione c) :
presso la Segreteria del Premio Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli” alla c.a. del Presidente del
Premio Antonio Daddario – Viale G. Di Vittorio 6 – 71042 – Cerignola (FG), specificando la sezione
“Composizione Teatrale” il testo teatrale in unica copia specificando Composizione Teatrale. La
composizione avrà la durata max di 5 minuti (cinque minuti). Il testo dattiloscritto può essere corredato
facoltativamente di CD rom o DVD sul quale è registrata la composizione teatrale letta oppure recitata
dagli attori. L'autore o gli autori possono firmare la composizione specificando su un foglio a parte le
generalità complete dell’autore (autori): nome, cognome, indirizzo, numero di telefono (fisso e
cellulare, da utilizzare in caso di comunicazioni esclusivamente legate al concorso), e-mail,
dichiarazione di autenticità dell’opera ed autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi
dell’art.13 del D.Lgs. nr. 196/03. Nella stessa busta o pacco della spedizione per ogni composizione
concorrente dovranno essere allegati euro 20,00 (venti/00) in contanti (in alternativa si può effettuare
un bonifico intestato a: Antonio DADDARIO presidente Ass.ne LiberaMente Aps Circolo di Cerignola
IBAN: IT42 F 02008 78381 000005300090 UNICREDIT Banca – N. B. riportare i dati del bonifico CRO nel foglio riportante le generalità dell’autore) e nr. 1 (uno) francobollo di posta ordinaria, che servirà all’invio delle comunicazioni inerenti le graduatorie o a comunicare l’eventuale vincita del
Premio. Una giuria di esperti analizzerà le composizioni partecipanti valutandole su criteri teatrali: stile – originalità – idea di fondo - ecc. con l'attribuzione di un punteggio che determinerà i primi tre classificati che saranno chiamati alla serata di premiazione. In caso di richiesta informazioni si può contattare, dalle 19.00 alle 20.30, il numero 0885/424934 (Antonio Daddario – e-mail personale:
daddario2003@tin.it ) oppure inviare una mail a info@premiozingarelli.it (tutti i partecipanti avranno il riscontro con e-mail di avvenuta ricezione del plico).
3. Il vincitore della sezione “Romanzi editi” potrà applicare la fascetta “Vincitore Premio Zingarelli
2016” secondo le modalità impartite dall’Organizzazione.
4. La quota di iscrizione al Concorso sarà così ripartita: 50% per le spese di segreteria ed
organizzazione del Premio, mentre il restante 50% sarà devoluto per l’allestimento del Circolo di
Cerignola “corsi di lettura”, di cui sopra. L’assenza della quota di iscrizione in contanti (o quota
inferiore a quella dovuta), del francobollo di posta prioritaria e/o della lettera di accompagnamento
con recapiti ed autorizzazione al trattamento dei dati, comporta l’esclusione automatica dal
Concorso dell’opera inviata.
5. I volumi di narrativa edita pervenuti non verranno restituiti, ma verranno automaticamente devoluti
al Circolo di Cerignola dell’Associazione LiberaMente Aps.
6. I lavori che giungeranno oltre i termini previsti dal presente regolamento non saranno tenuti in
considerazione e non saranno restituiti. In ogni caso farà fede la data del timbro postale di
spedizione.
7. E' possibile donare al suddetto Circolo anche delle opere fuori concorso scritte dallo stesso
autore o testi nuovi di altri autori che il partecipante intende devolvere per i corsi di Lettura. Anche
persone non intenzionate a partecipare al Concorso possono donare opere proprie. L'indirizzo per le
donazioni è: Associazione Culturale LiberaMente Aps Circolo di Cerignola – Viale G. Di Vittorio 6 –
Cerignola (FG) – c.a. del Presidente Antonio Daddario.
8. È consentita la partecipazione dello stesso autore a più di una sezione, a patto che si faccia con
spedizioni diverse. La partecipazione ad una seconda sezione comporta il pagamento di una nuova
iscrizione con le medesime modalità sopra riportate.
9. Il giudizio della Giuria è inappellabile ed insindacabile.
10. La partecipazione al Concorso comporta la piena accettazione del presente bando, con tutti i
punti che lo compongono. L’inosservanza di una qualsiasi delle norme nello stesso prescritte
costituisce motivo di esclusione dal Premio.
11. Non è ammessa l’assegnazione ex-aequo del “Premio Letterario Nazionale Nicola Zingarelli
2016”, ma è facoltà della Giuria assegnare premi speciali o menzionare altre opere ritenute
meritevoli.
12. Anche tutte le opere inedite concorrenti non verranno restituite.
13. Sono esclusi dal Concorso i romanzi inediti (privi quindi di cod. ISBN).
14. La premiazione avverrà orientativamente nello stesso incantevole scenario che ha caratterizzato
le precedenti edizioni, il Teatro Comunale “Saverio Mercadante”. I vincitori saranno tempestivamente e preventivamente avvisati circa il giorno, l’ora ed il luogo della selezione da parte della Giuria e della premiazione e dovranno ritirare il premio personalmente, pena la perdita del medesimo in favore del secondo classificato. I vincitori dovranno raggiungere il luogo della premiazione a loro spese. Ogni eventuale variazione verrà comunicata ai partecipanti.
15. Le poesie inedite ritenute significative dalla Commissione di Esperti del Premio Letterario
potranno essere pubblicate in un volume dedicato all’evento culturale di importanza nazionale, che
verrà inserito nel catalogo delle sue pubblicazioni e che sarà in vendita. Parte del ricavato delle
eventuali vendite sarà devoluta sempre a sostegno del Progetto del Circolo di Cerignola.
16. Tutti i partecipanti alla sezione “Poesia inedita”, aderendo al Concorso Zingarelli 2016, accettano
tacitamente tutte le clausole contenute nel presente regolamento ed autorizzano “la Commissione
del Premio Letterario” a pubblicare le proprie opere inedite in un volume dedicato al medesimo
Concorso Letterario.
17. La Giuria non è tenuta a rendere pubblici i titoli delle opere escluse dalla premiazione finale.
18. Oltre ai primi classificati, la Giuria potrà eventualmente premiare anche altre opere votate.
19. Le opere giunte presso la Segreteria del Premio verranno lette ed analizzate da una Giuria
composta da 5 o più lettori comuni e da 5 esperti (personalità del mondo del giornalismo,
dell’Università e della Letteratura nazionale. Ognuno di essi (giurati) attribuirà un voto ad ognuna
delle opere in concorso. Una volta votate tutte le opere partecipanti, si procederà al conteggio dei
voti dei giurati. Il concorrente che avrà totalizzato il punteggio (in termini di voti) più elevato sarà
nominato vincitore del Premio Zingarelli 2016 e, in caso di opera edita, potrà applicare, da allora
innanzi, la fascetta “Vincitore Premio Zingarelli 2016” secondo le modalità impartite dalla Segreteria
del Premio. In caso di ex-aequo tra due o più concorrenti verrà ripetuta la votazione per le opere di
questi ultimi fino a quando non si giunge ad un unico responso ed un unico vincitore. I nomi dei
giurati saranno resi pubblici dopo il termine utile per la candidatura delle opere a concorso sul sito
ufficiale del “Premio Zingarelli 2016 ” oppure ai partecipanti attraverso e-mail o posta prioritaria.
20. I nomi dei vincitori delle varie sezioni e del secondo e terzo classificato verranno pubblicati in
una pagina dedicata del medesimo sito internet e sulla maggior parte delle testate giornalistiche e
televisive locali e nazionali.
21. Per l’assegnazione del Premio è richiesta la presenza di tutti i vincitori contattati
dall’organizzazione, pena la perdita del medesimo che va attribuito di diritto al secondo classificato,
ammesso che anche questi si presenti alla cerimonia di presentazione, e così via dicendo a scalare
sino al terzo classificato. In caso di assenza di tutti e tre i primi classificati il premio non sarà
consegnato. Dal momento in cui verrà contattato, il vincitore avrà 3 giorni di tempo per comunicare
se intende o meno ritirare personalmente il premio. Non si possono delegare terzi per il ritiro del
premio, fatta eccezione dell’Editore in caso di opere edite. Chi rinuncia al ritiro del premio rinuncia
anche all’apposizione della fascetta riportante la dicitura “Vincitore Premio Zingarelli 2016 ” e non
potrà fregiarsi in alcun modo del titolo. I vincitori dovranno raggiungere il luogo della premiazione a
loro spese.
22. Per quanto non previsto dal presente bando valgono le deliberazioni insindacabili della Giuria.
23. L’Organizzazione del Concorso non risponde di eventuali operazioni di plagio compiute da uno o
più partecipanti o di qualsiasi conseguenza dovuta ad informazioni mendaci circa le generalità
comunicate.
24. Le utenze e gli indirizzi e-mail comunicati alle Segreterie verranno utilizzate solo per
comunicazioni legate al Premio Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli” o alle altre attività portate
avanti dall’Associazione Culturale “LiberaMente” ed i suoi circoli.
25. Ogni partecipante, inviando la propria opera al Concorso, accetta tacitamente tutte le condizioni e
gli articoli inseriti nel presente Bando Ufficiale, comprese le norme particolari.
NORME PARTICOLARI
1. Premi: Non sono previste assegnazioni in denaro per nessuna categoria (Le associazioni e gli enti,
autonomamente possono offrire prodotti o premi a titolo individuale). Il Premio Zingarelli prevede,
per il vincitore di ogni sezione e sottosezione, l’assegnazione dell’opera di un artista locale. I
vincitori delle sezioni dedicate alle opere edite potranno applicare la fascetta “Vincitore Premio
Zingarelli 2016”, secondo le modalità impartite dall’Organizzazione. Tutti i premiati di ogni sezione
(compresa quella relativa al premio speciale “Non omnia possumus omnes”) entreranno a far parte
di diritto a tutti gli effetti della Giuria Letteraria per l’edizione 2017 del Premio Zingarelli.
2. Romanzi. I romanzi devono essere stati pubblicati in volume a far data dal 01 gennaio 2011 sino al
31 dicembre 2016. Tutte le opere pubblicate in data precedente o posteriore non sono ammesse al
Concorso.
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3. Premio Speciale della Giuria. Tale premio è un riconoscimento che la Giuria si riserva di attribuire
ad un autore o ad un’opera di vario genere letterario o ad una o più personalità che si sono distinte
nell’anno in corso per azioni meritevoli nell’ambito della scienza, della giustizia, della cultura, dello
spettacolo, del cinema, della legalità, del sociale e della formazione.
E’ possibile candidarsi inviando alla Segreteria del Premio il proprio curriculum vitae completo di
recapiti, la motivazione della propria candidatura ed eventualmente una copia dell’opera oggetto di
valutazione. Anche in tal caso l’opera non verrà restituita.
4. “Corsi di Lettura”. Allestimento di corsi presso il Circolo di Cerignola dell’Associazione
LiberaMente Aps. Chiunque volesse aderire alla raccolta libri per l’allestimento di una biblioteca
gratuita ed accessibile a tutti (diversamente abili, immigrati, anziani e bambini compresi) pur non
partecipando al Premio Zingarelli 2016, può farlo inviando dei testi nuovi o usati (si accettano anche
libri in formati speciali per i diversamente abili della vista, libri in lingue estere e libri per bambini) al
seguente indirizzo: “Associazione LiberaMente Aps Circolo di Cerignola” – c.a. Antonio Daddario –
Viale G. Di Vittorio, 6 – 71042 – Cerignola (FG).

Un Augurio a tutti i partecipanti di Buon Lavoro!
By Michele Barbera 

DAL 02 GENNAIO 2017 ELIMINAZIONE DEI FASCICOLI DI PARTE CAUSE CIVILI CORTE DI APPELLO

Di seguito riporto la nota pervenuta ai Consigli dell'Ordine degli Avvocati del Distretto di Palermo. Dal 02 gennaio 2017 i fascicoli di parte delle cause definite entro il 31/12/2013 e non ritirati saranno destinati al macero.
Dunque, ATTENZIONE, non si tratta di un avviso che riguarda solo gli avvocati ma anche le parti, specie in quei casi dove sono stati inseriti atti e documenti in originale.
State attenti! Una volta destinati al macero NON sarà possibile recuperare quei documenti!

By Michele Barbera 

venerdì 11 novembre 2016

HILLARY, TRUMP ED IL PRESIDENTE CHE NESSUNO VOLEVA


La storia della politica americana quest’anno dava per scontata l’alternanza tra il democratico uscente Obama in favore del candidato repubblicano, chiunque esso fosse stato. Nella storia americana l'alternanza è un dato pressoché acquisito, specie dopo due mandati dello stesso presidente. Questo a meno di sorprese.
Hillary Clinton aveva, dunque, il vento contrario non semplicemente per il Trump di turno, quanto piuttosto a causa di una tradizione storica centenaria che la dava per sconfitta sulla carta.
Sotto certi aspetti, la chiave della elezione di Trump è tutta qua.
Ma per comprendere appieno l'exploit di Trump bisogna fare un passo indietro.
Bisogna chiedersi come ha fatto un candidato come Trump, outsider, che nessuno voleva e che nessuno appoggiava, a superare le “primarie” repubblicane a fronte di candidati di tutto rispetto.
C'è un dato che pochi hanno considerato.
Di fronte ad uno scenario che dava per fortemente probabile la sconfitta democratica, per Hillary Clinton ovviamente sarebbe stato più agevole affrontare nella fase finale un candidato strutturalmente fragile e destabilizzato come Trump piuttosto che un candidato repubblicano forte e “presentabile” come Cruz, Bush, Carson, Gilmore o Kasich e così via. Tutti candidati con un pedigree politico di tutto rispetto.
Eppure a vincere le primarie repubblicane è stato proprio chi nessuno voleva ed in cui nessuno credeva.
Che dietro la vittoria delle primarie di Trump vi possa essere lo zampino della democratica Clinton è un’ipotesi cattiva, ma non irreale, ipotizzata da più di uno dei politologi d’oltre oceano.
La Clinton non è una novellina della politica. Negli ultimi anni è stato Segretario di Stato, la donna più potente del mondo, seconda – forse – solo alla Merkel. Da decenni è nell’establishment americano, ha esercitato il Potere (con la "P" maiuscola) in concreto e sullo scacchiere mondiale, è una stratega fine ed intelligente e fin dall’inizio della campagna presidenziale si è presentata come la candidata, seria, moralmente rassicurante, “per bene”, tranquilla, l’amica di famiglia, totalmente contrapposta alla "furia" sconnessa di Trump.
Non solo ma Hillary ha avuto a disposizione risorse economiche miliardarie che ha profuso in una campagna elettorale all’insegna della grandeur.
Tra lei e Trump, dunque, non vi era storia. A perdere avrebbe dovuto essere Trump. La Clinton voleva sconfiggere la malasorte dell’alternanza democratica. Voleva fare la Presidente a tutti i costi. 
E Trump era un bersaglio facile, un perdente ideale, uno che sulla carta nessuno avrebbe votato e che, anzi, il popolino e le minoranze avrebbero odiato per la sua immoralità, l'ostentata ricchezza, per le sue idee estremiste ed antidemocratiche.
Ecco allora che la vittoria delle primarie di Trump ha incredibilmente favorito sulla carta la Clinton.
Per la Clinton affrontare da ultimo Trump diventava una “passeggiata di salute”, un comodo red carpet che l’avrebbe condotta direttamente allo Studio Ovale. Era, doveva essere, una campagna elettorale banalmente scontata.
Ed, allora, cosa è andato storto?
Il registra “contro-il-sistema” Michael Moore, in un articolo dello scorso luglio sull’Huffington Post aveva profetizzato la vittoria di Trump, una vittoria di un “sociopatico”, nata dal bisogno viscerale degli americani di sfogare la loro rabbia, di sconvolgere “qualcosa”.
Il voto a favore di Trump nasce da un basso istinto populista che trascende le simpatie politiche e la condivisione di ideali. E’ un voto di pancia e Trump ha usato il più antico espediente di marketing: l’identificazione tra venditore e compratore, io-sono-come-te, io-sono-te: se tu sei arrabbiato, depresso, frustrato, io condivido e ti appoggio, combattiamo la stessa guerra per quanto folle possa essere.
Ed ecco il disoccupato del Michigan, vittima del capitalismo becero, che vota Trump perché Trump ha detto che vieterà alla Ford di trasferire la fabbrica all’estero, imponendo dazi e proteggendo la produzione industriale americana contro i malvagi cinesi ed i messicani violentatori e stupratori e spacciatori di droga.
La pancia, il basso ventre, l’istinto prevale sulla ragione: la rabbia fa diventare ciechi. Ed il populismo dilaga, la demagogia umorale fa implacabile le sue vittime.
Ne sappiamo qualcosa anche noi in Italia dove alle elezioni è facile che vinca chi le spara più grosse e chi cavalca la rabbia occulta del malcontento popolare, sollecitando i bassi istinti della gente. Costi quel costi. Eh sì, perché poi a pagare è sempre e comunque il popolo.
Sappiamo tutti che Trump è un capitalista senza scrupoli che segue la legge del profitto e non certo un morigerato monaco francescano. E che le sue bugie sono e rimarranno tali. Ma è questo il paradosso: tra una bella bugia ben detta ed una verità scomoda a denti stretti, vince la bugia.
La Clinton è rimasta vittima di se stessa, delle sue cattive ambizioni, dei suoi intrighi e, perché no, della sua arroganza.
Ed anche, aggiungiamo noi, senza mezzi termini, della sua strategia occulta pro-Trump durante le primarie repubblicane. Strategia che l’ha cannibalizzata.
Perché, come diceva il mitico Giulio Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma molto spesso si indovina.
By Michele Barbera

sabato 22 ottobre 2016

IL LIRISMO UMANO E PASSIONALE NELLA POESIA DI FRANCESCA ALBERGAMO

Sono cresciuta così, ascoltando versi, imparando versi, amando versi. Con i poeti ho riso, ho giocato, ho pianto, ho imprecato, ho amato; sono stata irriverente, ribelle, rivoluzionaria, ma anche tollerante, sottomessa, umile… mai codarda. Scrivere per me è una sensazione di possesso e, al contempo, di libertà; nulla di assoluto: da una parte vi è la consapevolezza di potere scegliere le parole; dall’altra, amo lasciarle libere di andare, di tornare, di lasciarmi intrappolare, oppure no. La gioia sta tutta nel seguirne la traiettoria, di lasciami intrappolare oppure no. la meta? la verità!
Così si definisce Francesca Albergamo, poche, personali ed originali espressioni, che tradiscono una rara profondità di pensiero che abbraccia e si trasfonde in una emotività genuina ed autenticamente femminile.
La poetica è permeata di raffinato sentimento e di radicato impegno sociale che traspaiono, come una pittura vivida ed a tinte forti, nei versi limpidi e crepuscolari.
Francesca è figlia orgogliosa della sua terra, con radici immerse nell’animo popolare, nella cultura degli umili che non è “dei vinti” alla maniera verghiana, ma che ha lucida coscienza di sé  risorge, si riscatta e diventa protagonista della storia.
Ne “La maggioranza sta”, silloge di maggiore espressione della poetica di Francesca e che cita nel titolo una celebre canzone di De Andrè, l’autrice riversa in un caleidoscopio di emozioni il suo essere, la sua esistenza, il suo amore per gli altri. Ella è testimone del tradimento sociale del conformismo, di chi – pavido - preferisce essere numero, nascondersi nella massa informe delle coscienze aggiogate al normopensiero, incapace di reazione ed imbelle, “maggioranza” che subisce passiva ed anonima gli eventi che la trascinano. Francesca va al di là della contestazione pasoliniana, di quella tradizione culturale impegnata che troppo spesso viene bollata come “di sinistra”, quasi a sottolinearne un accento spregiativo.
Difendere la coscienza della libertà, tra allegorie e metafore dichiarate, additare ad esempio una civiltà di cui troppo spesso si perde la memoria che non è dei molti assenti ed ignavi, ma di coloro che hanno dato tutto di sé per costruire la libertà. Un messaggio profondo che Francesca rivela nelle sue poesie, a tinte forti e solari come certi quadri di Guttuso, in cui il sudore, la fatica si sublimano in idee in movimento, in cui la terra stessa, teatro di lotta, diventa donna e madre, culla di quel dolore e di quella voglia di esistere che contraddistingue il vero sentimento.
Nella lirica “Basterebbe un fiore” si riassume, in un delicato e intimistico gioco di contrasti ed ossimori, la capacità lirica e l’impegno sociale della poetica di Francesca Albergamo: Alcuni / procedono/dentro questa vita/a passi incerti, /traballanti, smarriti, / confusi./Cadono /su sentieri di sassi,/si arrampicano /su muri di pietra levigata./Risalgono /dal pozzo oscuro, profondo./Risorgono /dalle ceneri antiche./Altri soccombono/smarriti, soli, annientati,/confusi tra la gente/superficiale, distratta./Gente che vaga/tra la nebbia del pensiero perduto,/che naufraga /nell’oceano dell’indifferenza./Gente incapace di vedere /che attorno la vita muore/nel quotidiano gioco /della sopravvivenza./Eppure a volte…/basterebbe un fiore!”
A volte… non occorrono rivoluzioni, non guerre, a volte basta un piccolo fiore, l’impegno quotidiano di ciascuno, una poesia, un pensiero per trasformare il mondo.
L’umanesimo magistrale di Francesca tocca il cuore, perché la poesia non è fine a se stessa, mero esercizio di duttile retorica, essa piuttosto diventa afflato di speranza per l’umanità, che lei non vuole semplicemente come “gente”, aggregazione informe, ma come energia attiva nella storia.
Il volume “La maggioranza sta” è intessuto di precisi richiami a grandi poeti, autori che hanno trasfuso nelle liriche il pensiero ribelle, attivo che non si rassegna di fronte al dolore, alla solitudine, alla fatica.
Francesca con le sue poesie fornisce al lettore uno straordinario strumento universale, per riflettere dentro di noi ed affrontare la vita come un cammino: “La vita/ti prende per mano/senza domande né risposte.”
Ed è proprio la vita, il volerla vivere al meglio, con autenticità, senza ipocrisie, senza maschere o infingimenti, il leit-motiv della poetica di Francesca: vita vissuta nella famiglia, con valori e memorie da tramandare ed a cui dare significato,
nelle figure del padre, della madre (protagonista di una toccante lirica di Francesca), nei volti dei giovani innamorati e negli amori delusi, sino all’età della saggezza, quella vecchiaia che troppo spesso viene vista come un inutile peso.
Come a dire che l’esistenza è un acquerello in chiaroscuro da dipingere, un quaderno con le pagine bianche un’avventura che aspetta solo di essere vissuta. Al meglio.
Grazie Francesca per quello che hai saputo donarci con i tuoi versi.

By Michele Barbera 

PERCHE' NON AVREI DATO IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA A BOB DYLAN

Premessa di dovere: sono un fan sfegatato di Bob Dylan. 
Assieme a Vasco Rossi, Edoardo Bennato e Bruce Springsteen (ed a una decina di altri strepitosi cantautori ed interpreti, italiani e non) sono stati e sono la colonna sonora della mia eterna adolescenza con le loro canzoni. 
Canzoni, appunto. Non romanzi, poesie, racconti, epigrammi... Canzoni. Memorabili, uniche, epocali. Liricissime, che ti entrano nel sangue. Ma canzoni. Che significa un insieme di una parte vocale (testo, ma non necessariamente), e di una parte strumentale e/o acustica (che significa musica ma non necessariamente). Il testo può mancare, ci possono essere espressioni onomatopeiche, lazzi, frizzi e smorfie, rumori ed effetti sonori possono sostituire gli strumenti classici o elettronici.
Tempo fa ho letto un articolo di Umberto Eco intitolato “Perché non avremmo mandato Dante in cattedra”. Spiegava, in modo sottilmente umoristico, il perché Dante non avrebbe mai potuto essere un buon docente universitario. Sulle prime mi ero arrabbiato, poi ho capito. Umberto Eco spiegava che, al di là del genio del personaggio, era essenziale valutarlo con i criteri propri e funzionali della cattedra di insegnamento. In una parola, vale il rispetto delle regole del gioco. Di quel gioco. Non applicarle significa alterare il gioco, barare o, comunque, snaturarne l'essenza. 
Il premio a Dylan chiamatelo come volete “al cantautore del secolo”, “al maggiore interprete musicale della protesta americana”, “al musicista rocchettaro più intenso e profondo”, al “rivoluzionario impenitente”, ma non chiamatelo “letteratura”.
In un concorso “letterario” (appunto) se il bando richiede una poesia, non posso partecipare con un romanzo. Se richiede un giallo non posso presentarmi con una storia d'amore. Se vogliono un testo teatrale non posso presentarmi con una raccolta di aforismi. Tutto è letteratura, ma vi sono forme e contenuti diversi. E' questione di regole e di rispetto, ma, forse e sopratutto, di lealtà.
Ci sono poi premi e concorsi con sezioni riservate a “canzoni” e musica. Per l'appunto. E ci sono i concorsi musicali. Ai quali, evidentemente, non è possibile partecipare con un romanzo o con una poesia. Ma solo con una canzone o con una composizione musicale. Come è giusto che sia.
E questo al di là del messaggio contenuto nel testo o dell'armonia dei versi.
La musica è musica, la letteratura è letteratura, musica e letteratura assieme possono formare la canzone, che non è solo musica e non è letteratura.
Bob Dylan è uno dei grandi del nostro tempo. Con una fama ed un successo strameritati. Le sue canzoni hanno fatto e fanno vibrare le corde dei nostri cuori. Ma la sua canzone non è "letteratura" nel senso stretto del termine ed anche se viviamo in un'epoca multimediale. 
E penso che lui stesso, all'atto del Nobel, avrà pensato ai tanti poeti e scrittori, magari misconosciuti, magari in paesi sottosviluppati, magari oppressi da regimi totalitari e da censure draconiane e violente, che, con la loro penna in mano o la tastiera sotto le dita cercano, si sforzano, giorno dopo giorno, di dare testimonianza del loro tempo, di dare voce alla loro gente, di fare – nel loro piccolo – una rivoluzione del quotidiano, di lasciare un'impronta della loro umanità. 
Con le loro poesie. Con i loro racconti. 
Accompagnati, perché no?, (stavolta ci sta) con la musica dell'anima.
E credetemi: ognuno di loro meriterebbe il Nobel.

By Michele Barbera  

mercoledì 28 settembre 2016

E' IN USCITA: "ORIZZONTI SOSPESI", POESIE

Michele Barbera, Orizzonti sospesi, poesie, Collana diVersi, Aulino Editore, 2016, ISBN:9788886911627


Dalla quarta di copertina:
Le poesie di Michele Barbera costituiscono un'unità emozionale forte, che trascina in una dimensione sospesa, iperreale, dove i sentimenti si alternano e cadenzano la lettura con metaforici stati d'animo, pulsioni intime che sanno guardare insieme alla realtà esteriore ed al proprio essere. 
I ritmi si alternano a strutture liriche sciolte, richiami classici si fondono con slanci di pura spiritualità.
L'autore dipinge con originalità ed accurata trasposizione lirica scene crude, a tinte forti, dettate da un quadro storico malato e violento, ma - al contempo - il disagio del vissuto sa suscitare un'intima ribellione che vuole un futuro pieno di speranza. 

La lettura di Grazia Montalbano:
Le liriche di Michele, cadenzate e riunite in quattro movimenti ideali (Dolore-Anima-Cuore-Speranza) trasmettono a chi legge riflessioni profonde e scuotono l'apatia di un mondo moderno che spesso ci allontana e ci nasconde una realtà complessa dal punto di vista emozionale. 
Orizzonti sospesi, con alta liricità e con raffinate espressioni semantiche, trasporta il lettore su un universo a doppia dimensione, esterno ed interno, dove l'universale si congiunge all'intimo, al nascosto, in pura chiave meta-emozionale, quasi onirica. 
Michele apre le porte alla realtà che ci inonda, ci pervade, ci conquista e molto spesso ci travolge. I contenuti sono vari e spaziano sul doppio binario sentimento-emozione. Entusiasma e rattrista al contempo, eleva lo spirito avvicinandolo all'essere ed insieme fa guardare attorno: cronache di guerra, versi intimistici, afflati religiosi, squarci di natura sono quadri dipinti con eccezionali sfumature di sentimento nella metrica sciolta, densa di metafore e di iperlinguaggio semiotico. 
La poesia diventa simbolo della più pura emozione. 
Lo stile delle liriche è vario, nei toni e nei metri, richiama toni ermetici, nasconde rimari ed assonanze in modo discreto, proietta la metrica verso prospettive asimmetriche, centrando immagini e sentimenti. Nelle pagine si intravedono echi di Montale, di Prevert e della lirica quasimodiana. 
La definisco una grande prova, confortata - peraltro - dall'apprezzamento delle giurie espresso con i numerosi premi attribuiti alle singole liriche ed alla silloge."

La silloge è vincitrice del Premio Internazionale Tindari-Europa III Millennio e del Premio Nazionale Prisciandaro- Premio Presidente Regione Piemonte. E' stata premiata al Premio Nazionale Carrera. Ne fanno parte, fra l'altro le poesie "Ragazzi, Se l'innocenza muore" (Vincitrice Premio ASAS, Premiata al Premio Inter.nale "F. Omodei - Pensieri in versi", Menzione Speciale Premio Taormina, Menzione speciale Premio Poesia Arte d'Amare, Menzione speciale Premio di Letteratura delle Due Sicilie); "Canto di Manaar" (Vincitrice Premio Poesia Città di Caccamo-Padre Puglisi); Fratelli (Premio Speciale della Critica, Concorso Città di S. Antonio Abate; "Orizzonti" Menzione speciale Premio ASAS); "Sulle rive della Senna", (Finalista Premio Naz.leMartucci-Città di Valenzano, Finalista Premio Naz.le di Poesia “Arte d’Amare”); "Frontiera", (Finalista Premio Nazionale di Poesia “Arte d’Amare”), "Confini, silloge con, fra l'altro, “Sulle rive della Senna – Confini” (Vincitrice Premio Miglior Silloge Poetica Premio Letterario Nazionale Martucci – Città di Valenzano) 

Un grazie di cuore a chi mi ha aiutato nello studio e nella lettura delle poesie, dandomi preziosi suggerimenti! Un pensiero particolare a Grazia Montalbano per la sua attenta ed entusiastica lettura!
By Michele Barbera 


lunedì 12 settembre 2016

REFERENDUM D’AUTUNNO/INVERNO: SI’ O NO A PERDERE SARANNO COMUNQUE GLI ITALIANI


Non c’è storia. L'ennesimo colpo basso.
E prima di ubriacarci e sollazzarci con il SI’ squillato a sinistra (forse non tanto a sinistra) e con il NO urlato a destra (forse non tanto a destra), tiriamo le somme noi che stiamo nel mezzo.
Se vince il SI’ di Renzi & Co., per la prima volta nella storia della Repubblica dovremo (il condizionale è d’obbligo) affrontare una modifica alla Carta Costituzionale che dovrebbe (come sopra) alleggerire il pachiderma chiamato Parlamento.
Si smuove qualcosa a livello istituzionale, il Senato stringe la cinghia e cambia volto (mica poi tanto).
Le spese diminuiscono (mica poi tanto).
Si eliminerebbe il CNEL che non è una malattia, ma un Ente che sulla carta ha competenze (consultive) su economia e lavoro (la risata è quasi d’obbligo).
La riduzione dei senatori da 320 a 100 ci sarà ma non è chiaro il metodo con cui questi senatori dovrebbero essere eletti. Questo perché il sancta santorum (leggi Premiata Ditta Renzi e Boschi) uno e trino, hanno detto che Italicum sì o Italicum no o Italicum che deve essere cambiato lo faranno dopo il referendum.
Mica scemi.
Vedono se ci sarà la “svolta” e poi calibreranno il tiro (Alfano piangente e permettente).
L’unica cosa buona di questo “progetto politico” - e va riconosciuto - è il fatto che astrattamente si è capito che il numero di parlamentari è TROPPO ASSAI, come disse la zia Titina, palermitana DOC. Sono in TROPPI e buona parte se la sfanga, nel senso che manco ci pensa a presenziare in Parlamento.
Così mi sembra giusta la previsione che riguarda i senatori “a premio”, cioè nominati dal Presidente della Repubblica che attualmente sono a vita. Compreso Monti (ve lo ricordate?).
E’ giusto che personalità (dico PERSONALITA’ e non intrallazzeri della politica) vengano premiati con lo scranno senatoriale, ma è altrettanto giusto che l’esperienza termini dopo un settennio.
In sintesi, il progetto di riforma è sbagliato, intempestivo, poco trasparente nei metodi, ancor più nebbioso nei fini, trasforma per manipolare, salva la legge elettorale (alias porcellum truccato) e regala seggi senatoriali ai fedelissimi sudditi della partitocrazia. 
Ed il popolo? Chissenefrega. Tutto è praticamente renziano.
Se vince il NO semplicemente non cambierà nulla. 
Continueremo per il futuro a portarci addosso questa zavorra di magna-magna. Riforme prossime? Sì, ma non c'è fretta. Ne riparleremo tra 30 o 40 anni. Il Senato? Lasciamolo così com'è.
I sedicenti cerberi della costituzione lavorano al NO semplicemente perché Renzi gli sta sulle scatole e gliene ha rifilate diverse. Ed hanno paura che governi per altri dieci anni. 
E gli italiani dovranno sempre fare i conti con un Parlamento ipertrofico, mostruosamente ombelicare, contorto, con senatori e parlamentari accovacciati ed incollati con i loro sederoni adiposi agli scranni, manco fosse un’eredità di famiglia.
E questi pseudo vecchi padri-padroni della politica con il NO prenderanno due piccioni. Tireranno le orecchie a Renzi e rideranno alle spalle del popolino bue ed asino (fà un pò Natale, vero?).
La mia riforma? Eccola:
1.      CANCELLIAMO IL PARLAMENTARE DI PROFESSIONE. Dopo due legislature, A CASA! Dopo assenze che superano il 40% delle sedute nell’anno solare A CASA!
2.      DIMEZZIAMO IL NUMERO DI PARLAMENTARI. IL SENATO RIMANGA CAMERA ALTA CON UN NUMERO LIMITATO DI PARLAMENTARI (non più di 80) ELETTI DAL POPOLO SU BASE REGIONALE E CON COMPETENZE SPECIFICHE PER MATERIA.
3.      E, soprattutto, TORNIAMO AD ELEGGERE TUTTI I PARLAMENTARI, SENZA LISTE BLOCCATE, POSTI RISERVATI E PRIVILEGI.
4.      PREMIO DI MAGGIORANZA SI’ MA SENZA “RIBALTONI” E CAMBI DI CASACCA. CHI VUOLE CAMBIARE PARTITO SE NE TORNI A CASA E CEDA IL POSTO AL SUCCESSIVO IN LISTA.
E per il referendum stagionale di autunno/inverno?
Comunque vada per gli italiani sarà un insuccesso.
Il bello è che tutti l’indomani grideranno VITTORIA.

By Michele Barbera 

domenica 4 settembre 2016

IL SADICO CINISMO DI CHARLIE HEBDO

Sui morti NON si scherza!

La satira è un genere letterario antichissimo. Anzi, a dirla tutta, molti poeti nel corso dei secoli lo hanno nobilitato con versi che sono rimasti nella cultura popolare. Proprio per questo merita rispetto e considerazione. Gli antichi utilizzavano lo strumento della satira per irridere i potenti ed umiliare la loro arroganza. Era usanza che al momento del trionfo del condottiero nell’antica Roma, lo accompagnasse uno schiavo che nell’apoteosi generale gli rinfacciava “guardati dietro”, “ricordati che sei un uomo!”.
La satira, dunque, nello svelare i difetti, nel contenere la presunzione, nel violare e nello sfidare il potere ha avuto ed ha nella storia l’importantissimo compito di far riflettere sorridendo e di ridimensionare l’arroganza e la violenza.
Non per nulla fu Bakunin, l’anarchico, a dire “una risata vi seppellirà!” Ciò a testimoniare il grande potere rivoluzionario della satira, dell’irrisione.
Le vignette di Charlie Hebdo sul terremoto in Italia non sono satira e non fanno ridere. 
Non irridono nessun potere o potente, non ridimensionano nessuna arroganza. Vorrebbero far ridere semplicemente ed insensatamente del dolore degli altri. Fanno schifo. E’ solo sadico cinismo.
Così come la battuta sulla mafia.
Lo sanno o no questi buffoncelli pseudo-tragicomici che i soldi sporchi della mafia (spremuti all’Italia) finivano nelle lussuose cliniche di Marsiglia per curare i boss stragisti, assassini e latitanti? Che in quelle cliniche i boss godevano di un trattamento di tutto rispetto in barba alla legge? Vergogna!
Ed allora, satiricamente (s’intende) mi viene da augurare a questi maldestri seguaci della tradizione satirica di mangiare una lasagna cucinata da un pessimo cuoco francese, di soffocare e stare così male da ricoverarsi in uno di quegli ospedali. Che il soffitto gli crolli addosso proprio quando speravano di guarire e muoiano schiacciati, dopo essersi resi conto che il soffitto li stava spiaccicando al pavimento.
Naturalmente… era solo una battuta. Così, tanto per ridere, come fanno “quelli” di Charlie Hebdo.
By Michele Barbera




venerdì 2 settembre 2016

LA LUNA SCOMPARSA, OVVERO IL PIACERE DEL DELITTO - RECENSIONE DI ENZO LEONE


Un "Grazie!" di tutto cuore e con il punto esclamativo all’amico Enzo Leone, critico e giornalista, per la bellissima, entusiasta e personale recensione de “La luna scomparsa”:

E’ veramente piacevole ritrovare, nelle nostre letture, dopo “Qualcosa di importante” nei “Gialli” di Mondadori e “Colpe apparenti”, il maresciallo Massimo Liberti nuovamente  all’opera.
Liberti ha un posto a sé nella letteratura giallistica e non ha bisogno di termini di paragone, forse perché li coinvolge e li abbraccia  virtualmente tutti: dalle ombreggiature intimistiche di certi Maigret, alle paranomalie pseudogotiche di un Dylan Dog. Con Liberti si passa agevolmente dai colori vivaci del camilleriano Montalbano alla sagacia esistenzialista di un Pepe Carvalho, o, perché no, alle deduzioni razionaliste di un moderno Sherlock Holmes.
Le indagini sono sempre condotte con un ritmo narrativo serrato, che intriga il lettore e fa volare via le pagine, ma vi è sempre spazio per le deduzioni distillate: il reticolo di indizi prende forma poco alla volta, i dubbi si scontrano con le ipotesi e, quel che non guasta, tra le righe sfugge un umorismo impertinente ad alleggerire la suspense.
Enzo Leone
Il maresciallo cerca la complicità del lettore e lo rende partecipe passo passo nella ricerca  ascetica e caparbia del colpevole. Non ci sono dogmi investigativi o tesi privilegiate, ma solo ricostruzioni realisticamente sofferte e intuizioni ponderate.
Le trame raffinate e complesse dell’Autore sono un innegabile riflesso della sua capacità narrativa, coinvolgente ed accattivante, che appaga chi legge, tenendolo con il fiato sospeso sino all’ultima pagina, dove l’imprevisto è sempre in agguato.
In questo romanzo, il maresciallo Liberti ci conduce in un viaggio diacronico dove storie antiche e nuove si intrecciano sullo sfondo di un angolo di Sicilia meraviglioso e ricco di storia. Lì dovrà indagare ricomponendo abilmente le tessere di un mosaico in cui l’unica verità si nasconde dietro il volto proteiforme di una oscura divinità fenicia.

Accomodatevi, direbbe a questo punto l'immancabile maggiordomo: il delitto è servito.

By Michele Barbera 

martedì 30 agosto 2016

IL PIACERE DI LEGGERE: “SEMPLICI QUESTIONI D’ONORE” DI DOMENICO CACOPARDO

Domenico Cacopardo conosce a fondo ed ama la Sicilia. In tutta la sua ferale bellezza, nella complessità dei suoi riti sociali, con le sue contraddizioni ed i suoi eccessi e le sue preziosità, anche culinarie.
“Semplici questioni d’onore” è lo specchio fedele di questa Sicilia, dove ciò che appare semplice, semplice non è. Perché tra l’apparenza e la sostanza delle cose vi è un abisso di passioni, di intrighi, di segreti mai svelati, di questioni irrisolte. Già nel linguaggio del romanzo, il lettore viene trascinato in modo compulsivo nella sintattica del dialetto siciliano, dove il verbo viene volutamente posposto alla fine della proposizione ad accentuarne l’essenzialità. Il protagonista Tino Granaleo è un giovane il cui cammino iniziatico, o, se vogliamo, la formazione della maturità, ha una premessa tragica, l’assassinio di una zia, di cui vive indirettamente le varie fasi.
Domenico Cacopardo al LetterandoinFest 2016

Questo incipit forte e destabilizzante rappresenta per il giovane l’inizio di un percorso formativo e di recupero della memoria, che lo porta a dolorosi flashback, sino a ripercorrere eventi che maturano – in modo traumatico – addirittura prima della sua nascita.
La volontà dell’oblio, cha anima una “omertà” perbenista, viene posta in discussione dal protagonista pagina dopo pagina, che piano piano, prima quasi inconsapevolmente, poi per una testarda scelta di “sapere”, di conoscere a tutti i costi, scardina un impianto di false verità che ha sempre circondato la sua esistenza sino a quel momento.
Ma non c’è solo la sua famiglia a volergli nascondere la verità sul suo passato e la coscienza del suo presente.
Tino inciampa su eventi inaspettati, nascosti alla storia ufficiale, manovrati da abili e spregiudicati burattinai.
La mafia c’è, esiste, ha radici lontane.
E’ un serpente in agguato che tende le trappole al momento giusto ed ha una memoria lunga. Condiziona, facendo finta di proteggere, aiuta, pur colpendo alle spalle, ed è sempre pronta ad esigere il suo triste tributo di sangue. Inquina affari, politica e la stessa vita sociale, anche di chi non se ne rende conto.
Tino Granaleo, invece, se ne rende conto. Perfino la sua famiglia, apparentemente estranea a certe logiche mafiose e di sopraffazione, risulta infetta da questo morbo dell’appartenenza, del compiacimento, della collusione tanto più pericolosa quanto più implicita e sodale. 
Tino dovrà compiere per questo delle scelte, dolorose e personali, che però riverberano in contesti molto più grandi della sua singola esistenza e che hanno come causa-effetto equilibri che investono, a cerchi concentrici, la sua famiglia, le sue conoscenze e, perché no, la stessa società.
La mafia non è solo quella delle stragi, degli omicidi efferati. Esiste anche l’altra mafia, quella silenziosa, degli accordi, delle amicizie, delle connivenze criminali. Che non risparmia nessuno. Anche fuori della Sicilia.
E che per questo è ancora più pericolosa, perché non facilmente riconoscibile.
Ecco il messaggio ultimo del romanzo di Cacopardo: un inno d’amore per la Sicilia, ma anche un appassionato canto di protesta in difesa degli onesti ed un’esortazione a chi non vuole scendere a compromessi. 
By Michele Barbera