sabato 17 dicembre 2011

ESAME INCROCIATO: LA LETTURA DI GIOVANNI ZICCARDI


Permettetemi uno scatto di orgoglio.
In questi mesi ho incontrato molti lettori di ESAME INCROCIATO. Diversi mi hanno inviato messaggi di entusiamo e commenti assai generosi sul libro.
E sicuramente ho provato in diversi momenti anche uno piacevole stupore per l'interesse che affettuosamente ha suscitato il libro. 
In tutta franchezza, però, mi ha fatto veramente piacere la lettura del romanzo da parte di Giovanni Ziccardi, che ritengo (e credetemi fondatamente) forse il maggior esperto italiano di legal thriller. E questo non solo per l'altissima competenza professionale che lui ha (oltre che professore universitario è anche autore e scrittore di talento e di sommo pregio), ma anche e sopratutto per la passione per il genere, che lo ha portato a fondare la LEGAL DRAMA SOCIETY, un'associazione ( la prima in Italia) che raduna gli appassionati del legal.
Ritengo che la sua opinione abbia, perciò, un peso specifico non indifferente.
Non voglio aggiungere altro, non voglio toglierVi il piacere di leggere le sue considerazioni: 



martedì 6 dicembre 2011

ROBERTO BENIGNI E L'EREDITA' DEL MONDO


Di recente non ho avuto molto tempo da dedicare davanti il piccolo schermo. Nè, a dire il vero, mi diletto troppo con quello pseudo sport nazionale da divano che è lo zapping.
Ieri sera, quasi per caso, ho visto Benigni da Fiorello. 
Mi sono sorbito la tiritera sul Berlusca che, ormai, è quasi un monotono leit-motiv delle comparsate benigniane (spero che almeno dia la percentuale al Berlusca per... l'ispirazione).
Però, in mezzo a tante "bischerate", una frase mi ha inchiodato allo schermo.
E' stato quando Benigni, ispirato, ha detto, con assoluta serietà a Fiorello una frase che dovrebbe essere scolpita a fuoco: 
DOBBIAMO CONVINCERCI 
CHE IL MONDO NON E' UN'EREDITA' 
CHE RICEVIAMO DAI NOSTRI PADRI, 
MA UN PRESTITO CHE CI FANNO I NOSTRI FIGLI.

Non so se è una frase propria del comico toscano o se era una citazione di qualchedunaltro.
Ma non c'è bisogno di commenti. Ciascuno di noi capisce quello che vuole dire.
E' una frase troppo importante e troppo bella per lasciarla cadere nel vuoto.
Facciamone tesoro...per non prendere alla leggera il nostro impegno a difesa dell'ambiente e del futuro dei nostri figli.
Saluti By M.



domenica 27 novembre 2011

DELITTI SATANICI di Frank Moorhouse


Un pugno nello stomaco. Dei benpensanti, degli ipocriti, degli indifferenti. Storie vere, narrate con maestria. Roba da far accapponare la pelle. Moorhouse non concede sconti a nessuno. Le informazioni che ho sull'autore mi parlano di una persona seria, attendibile, ma a leggere il libro pare che tutto sia frutto della fantasia di un emulo di S. King. E invece no. E' tutto vero. Vampirismo, cannibalismo, cadaveri squartati, riti orgiastici collettivi, rock, punk, musica a tutto volume e via sino al prossimo cadavere. Di uomo, di donna, di bambino. Non importa.
La geografia dell'orrore satanista è universale: spazia dalla Svezia, all'Europa, all'America. 
Il delitto, feroce, barbaro, crudele, senza-senso, non ha confini.
Penso che la lettura di un libro come questo deve sopratutto fare riflettere i genitori e tutti coloro che hanno  responsabilità educative. Parlo dei professori, dei docenti, degli assistenti sociali, dei psicologi, degli educatori delle comunità.
Un ragazzo che cresce come un disadattato, un adolescente violentato e privo di valori, una ragazzina sbandata tra prostituzione e droga...Anime perdute, che galleggiano nel mare della solitudine e del disagio esistenziale.
Sono tutti dei potenziali assassini, killer seriali senza freni inibitori.Treni che corrono lungo i binari di una lucida follia omicida. 
E satana potrebbe essere solo un pretesto. Un terribile pretesto. 
Saluti M. 

sabato 26 novembre 2011

10000 VISITE, GRAZIE!

Forse sono un pò in ritardo con i tempi del post, però è giusto ringraziare i diecimila "clic" che hanno visitato il blog. E' un pò quando un bambino compie un anno. E' il primo compleanno, forse quello più importante.
Che dire?
Un pò di emozione ce l'ho pure io. E mi emoziono ancor di più pensando che questo blog, "nato per caso" (era proprio questo il titolo che all'inizio volevo dargli), oggi si è trasformato da "sfogo" personale a punto di riferimento per una "cricca" di amici...
Ringrazio tutti quelli che hanno visitato il blog, che hanno lasciato commenti, che mi hanno mandato e-mail o linkato in FB.
Oggi "Tempo Libero" continua ad essere una realtà viva. E se lo è, perdonatemi la presunzione, non è tanto per lo sciaguratissimo "master" che ogni tanto posta quel che gli passa in testa, ma - sopratutto - perché tanti "qualcuno" aprono lo spioncino della loro web-finestra e danno anche solo un'occhiata.
GRAZIE!!!!
Vi aspetto sempre con i vostri commenti e le vostre e-mail.
Tempo Libero è anche e sopratutto Vostro.
Con l'augurio di incuriosirvi sempre e di farvi provare sempre nuove emozioni, anche piccole...
                                                                                     Vostro M.

domenica 20 novembre 2011

BLOGGER DI TUTTA ITALIA: A VOI LA PAROLA!


Segnalo un'importante iniziativa della Marsilio Editori e che ha trovato un ampio consenso nel mondo dei blog nostrani: si tratta della possibilità per i titolari di blog di potere leggere e recensire un e-book tra i due importanti titoli assegnati dalla Casa Editrice. 
Si tratta di  due straordinari romanzi polizieschi , La donna in gabbia di Jussi Adler-Olsen Blacklands di Belinda Bauer.
La donna in gabbia è il primo romanzo del giallista danese più venduto di sempre, autore di una serie da 5 milioni di copie in uscita in 30 paesi, mentre Blacklands è uno dei migliori esordi polizieschi britannici degli ultimi anni, l’unica opera prima capace di vincere il prestigioso Gold Dagger Award dal 1973.
L'iniziativa è importante per due motivi. 
Primo perchè valorizza il mondo dei blogger, una piazza "virtuale" in crescita esponenziale ed ingiustamente relegata ad un qualunquismo che fa male alla verità dell'informazione. L'altro perchè consente un allargamento dell'utenza dell'e-book, uno strumento con cui prima o poi noi, lettori "incalliti", dovremo fare i conti.
Ho aderito all'iniziativa, preferendo leggere "Blacklands". Sono sicuro comunque che finirò per acquistare e leggere anche l'altro...

giovedì 3 novembre 2011

MONOLOGO SULLA VITA ( TRATTO DA THE BIG KAHUNA)

Ecco un bellissimo video che invita a riflettere e a...non prenderci troppo sul serio:

SCRIVERE, NON SCRIVERE, SCRIVERE MOLTO, SCRIVERE POCO...


Sempre le solite polemiche. In Italia gli scrittori sono in troppi, si scrive male, si legge poco, l'editoria a pagamento distrugge la "vera" letteratura...
Ogni volta che incontro lettori delle mie modestissime opere o, ancor peggio, critici o asseriti tali, come in una sorta di labirinto a senso unico del chiacchiericcio e della retorica, si finisce per parlare ( e sparlare) di quelli che io chiamo i "proletari" della penna, gente che in un modo o nell'altro decide di mettere su "qualcosa" e pubblicarlo.
Da lì il discorso si complica sino a quasi far nascere un senso di colpa al "piccolo" autore, reo di aver dato alle stampe il frutto delle proprie fatiche...
Si colpevolizza, si stigmatizza, si incriminano gli editori che pur di ramazzare qualcosa danno alle stampe opere che si dovrebbero dare... alle fiamme ( o ancor peggio agli inceneritori).
Salvo poi che questi criticoni delle abitudini nazional-popolari di noi italiani si danno da fare per aiutare i poveri malcapitati "scrittori" con corsi di scrittura creativa, agenzie o pseudo tali di natura letteraria e commerciale, manuali di scrittura creativa, etc...etc... il tutto ovviamente a pagamento.
Non sono d'accordo.
Penso che la scrittura, come la pittura, la poesia ed ogni altra libera forma di espressione del pensiero, proprio in quanto libera, deve avere il diritto e la possibilità di esprimersi, secondo le capacità ed i doni di ognuno.
Non condivido, semmai, coloro i quali scrivono con l'intento di creare un prodotto commerciale, alla mera ricerca della chimera del successo editoriale.
Ma chi scrive onestamente e in sincera genuinità, deve potere essere libero di farlo. In qualsiasi modo e con qualsiasi risultato.Anche modesto.
E' ovvio, come disse un saggio, che il diritto di parlare non include il dovere degli altri di darti ascolto.
Così come il diritto di scrivere, non include - mutatis mutandis - il dovere degli altri di leggere quel che si scrive o di acquistare  il libro.
Quindi, ritengo che siamo tutti liberi di scrivere e siamo tutti liberi di leggere quel che ci pare.
E questo anche nella nostra Italietta, dove la cultura "nazional-popolare" è vista con il muso storto dai professionisti dell'editoria che cestinano senza riserve (e senza neanche guardarli) manoscritti di autori che meriterebbero di essere letti e danno spazio al profitto commerciale, preferendo pubblicare piuttosto che  valenti sconosciuti, i manuali della nonna purché siano a firma di un volto televisivo o della velina-valletta di turno.
Quindi, non scandalizziamoci e guardiamo con simpatia alle "Fiere del libro di Vattelapesca" o al "Duemillesimo premio letterario della Provincia di Prampinopoli". Chi vuole frequentare il corso di scrittura creativa dell'Accademia della Pastasciutta, lo faccia liberamente. 
Prendiamoli per quello che sono: occasioni di incontro, di scambio, di conoscere e farsi conoscere, senza troppe illusioni. 
E, sopratutto, teniamo a freno la nostra innata capacità di critica su quello che scrivono gli altri, a proposito ed a sproposito e ricordiamoci dell'unica, grande vera regola della letteratura: 
Chi vuole scrivere lo faccia per passione, senza imposizioni e senza intento, lo faccia perché sente di esprimere qualcosa dal di dentro. Con umiltà e sentimento, lavorando alla propria scrittura, accettando le correzioni e sopportando i giudizi degli altri, sforzandosi solo e semplicemente di migliorare se stessi, senza superbia e senza sentirsi migliori o superiori. Anche sbagliando. Parafrasando Socrate: chi corregge gli errori degli altri migliora gli altri, chi è capace di correggere i propri  sbagli migliora se stesso.
E i lettori?
Beh, se Manzoni il santo protettore della lingua italiana se ne accontentava di ventiquattro...

Ciao, M.
  

sabato 29 ottobre 2011

MEMORIAL NICHOLAS GREEN: I GIOVANI E LA DONAZIONE DEGLI ORGANI


Grande e stupenda la lezione che al mondo intero, nella tragicissima occasione dell'uccisione del figlioletto Nicholas, è stata data dalla famiglia Green. I genitori di Nicholas - sia pure comprensibilmente sconvolti per l'accaduto - hanno autorizzato l'espianto e la donazione degli organi del bambino. E' una lezione di vita imperitura, un esempio che vale più di mille discorsi.
Giorno 27 ottobre l'Ufficio Scolastico Provinciale di Agrigento ha commemorato Nicholas Green in occasione del premio riservato agli alunni delle scuole primarie e secondarie degli istituti scolastici della Provincia di Agrigento. L'affollatissima cerimonia è stata assai toccante e commovente. Eccezionale la testimonianza di Francesca, una donna che 25 anni fa ha ricevuto la donazione di un rene dalla madre e, grazie a questo dono d'amore, ha potuto vivere una vita normale ed avere una famiglia. Applauditi gli interventi dei vertici dell'AIDO, Associazione Italiana Donatori Organi e dei Dirigenti dell'USP. 
I premi sono andati a numerosi alunni delle diverse scuole che si sono confrontati sui temi etici della donazione di organi e sui significati sociali di questo gesto di sublime solidarietà. Fra i premiati anche un'alunna di Menfi, Gabriella, emozionatissima, con il primo premio per il suo personalissimo ed originale racconto "I petali della vita". Brava!

Per chi volesse approfondire di più segnalo il sito della The Nicholas Green Foundation.
Ecco l’elenco degli alunni vincitori dei premi, distinti per ordine di scuole: Scuola Primaria, Prova scritta, Spezio Angela Pia Classe IV A – I.C. “ Contino” Cattolica Eraclea; Prova grafica, Bruzzi Aretì classe V B – 2° Circolo Didattico “S.G.Bosco” Agrigento; Scuola Secondaria 1° grado, Prova scritta, Barbera Gabriella Classe I B – I.C. “S. Bivona” Menfi; Prova grafica, Marchese Antonella Classe III F – Scuola Media “ Inveges” Sciacca; Prova multimediale, Biondi Luca Classe III A – I.C. “ Marconi” Licata; Scuola Secondaria 2° grado, Prova scritta, Lo Monaco Germana Classe I A Istituto Superiore Statale “Linares” Licata; Prova grafica, Buscaglia Stefano Classe V I – Liceo Scientifico Statale “ Leonardo” Agrigento; Prova multimediale, Travali Miriam Classe III A – Liceo Scientifico Statale “ Majorana” Agrigento. Le Scuole che hanno aderito al concorso sono: 2° Circolo Didattico “S.G.Bosco” Agrigento; 4° Circolo Didattico Villaseta Agrigento; 2° Circolo Didattico Canicattì; I.C. “V.Reale” Agrigento; I.C. “A.Frank” Agrigento; I.C. “Verga” Canicattì; I.C. “Contino” Cattolica Eraclea; I.C. “Roncalli” Grotte; I.C. “Bonsignore” Licata; I.C. “F.Giorgio” Licata; I.C. “Marconi” Licata; I.C. “S.Bivona” Menfi; Scuola Media “Inveges” Sciacca; Liceo Scientifico Statale “ Leonardo” Agrigento; Liceo Scientifico Statale“ Majorana” Agrigento; Liceo Classico Statale “Empedocle” Agrigento; I.T.C. “Foderà” Agrigento; I.S.S. “Linares” Licata; Liceo Scientifico “Fermi” .

giovedì 20 ottobre 2011

INTERVISTA PER "FATTI ITALIANI"

C'è un bellissimo sito di cronaca, letteratura, cultura, etc.... ed è FATTI ITALIANI, legato a doppio filo con Siculiana ed il premio letterario TORRE DELL'OROLOGIO. Giovanni Zambito si occupa, fra l'altro, di intervistare i vari autori che di anno in anno partecipano al premio. Quest'anno l'invito  è toccato pure al sottoscritto per ESAME INCROCIATO.
Eccovi il link all'intervista:



Saluti M.

martedì 18 ottobre 2011

domenica 9 ottobre 2011

LA PREGHIERA DELL'AVVOCATO

Non penso che molti avvocati la conoscano....Fa riflettere... E fa bene all'avvocato... ma sopratutto ai suoi Clienti !


PREGHIERA DELL'AVVOCATO (*)

Signore Iddio, che conoscesti nel Cristo le miserie dell'uomo, le sue debolezze, i suoi dolori, vigila sulla mia opera.

Fa che la Tua luce mi tenga lontano dall'errore, rendendomi utile strumento per chi soffre, per chi ha sete di giustizia.

Fa che la Tua sapienza si rifletta nel mio lavoro, indicandomi la rotta da seguire ed evitandomi scelte fallaci e dannose.

Fa che la Tua bontà, che Ti fece morire sul legno della croce, mi renda paziente nella sconfitta e comprensivo davanti agli errori dei giudici, anche essi, come me, strumenti imperfetti della giustizia terrena.

Fa che la vittoria non mi porti mai ad essere orgoglioso e superbo. Donami la forza di affrontare tutte le battaglie piccole e grandi, per poter dare il meglio di me stesso agli altri.

Fammi amare il prossimo, anche quando, non comprende il mio lavoro ed i miei sacrifici.

Abbi pietà di me quando Ti avrò come Giudice nel processo che attua l'unica e vera Giustizia.

Amen.

Con approvazione ecclesiastica
Perugia, 13 giugno 1999 + Giuseppe Chiaretti  Arcivescovo
(*) Preghiera scritta nei 1969 dall'Avv.Mario Salciarini (1934‑1974) del Foro di Perugia.

giovedì 6 ottobre 2011

TRIBUNALE DI SCIACCA: NUOVO SITO PER LE VENDITE GIUDIZIARIE

Gli operatori del Tribunale di Sciacca dal trenta settembre hanno un nuovo sito a loro disposizione per pubblicizzare gli avvisi ed i provvedimenti di vendita giudiziaria.
Ecco il link: TRIBUNALE DI SCIACCA - VENDITE GIUDIZIARIE
Vi invito a visitarlo,
Michele

mercoledì 5 ottobre 2011

MANIFESTAZIONE CONTRO LA SOPPRESSIONE DEI TRIBUNALI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:


Manifestazione delle cento città
Geografia giudiziaria
______

Sciacca 6 ottobre 2011, ore 12.00
Assemblea del Circondario del Tribunale
nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia

               

             Giovedì 6 ottobre, a partire dalle 12.00, nell’Aula Magna del Tribunale di Sciacca – ed in contemporanea in tante altre città italiane - si svolgerà una grande assemblea, alla presenza dell’Avvocatura, della Magistratura, della Deputazione nazionale e regionale, dei Sindaci e dei Presidenti dei Consigli Comunali, delle altre Istituzioni, delle Forze dell’Ordine, dei dipendenti degli Uffici Giudiziari e di altri uffici pubblici, delle Forze politiche, imprenditoriali e sindacali, ecc.
Si confida sulla presenza di rappresentanti di tutte le componenti della società civile (ordini e collegi professionali, sindacati, comitati di quartiere,  associazioni, etc…).
Con la collaborazione della stampa, cui va il sentito ringraziamento per l’instancabile opera di informazione, si auspica che il presente invito possa ottenere più diffusione possibile.
                                                                      

- Ordine Avvocati Sciacca
- O.U.A. (Organismo Unitario Avvocatura)
- Unione Ordini Forensi Siciliani
- Coordinamento Ordini Forensi Minori
- Comitato Permanente  sulla Geografia Giudiziaria


L'intervento del Presidente del Tribunale e del Procuratore della Repubblica: 

venerdì 9 settembre 2011

ABROGHIAMO IL PORCELLUM


BASTA con la scelta dei candidati da parte delle "combriccole" di partito!
BASTA con l'autoreferenzialità dei candidati!
BASTA giocare con il VOTO degli italiani!
FIRMIAMO PER CANCELLARE IL "PORCELLUM".
ABBIAMO TEMPO SINO AL TRENTA SETTEMBRE PER RECARCI NEI COMUNI E FIRMARE CONTRO IL PORCELLUM
Torniamo ad essere padroni 
del NOSTRO VOTO 
ed alla libertà di scegliere il CANDIDATO a cui dare la nostra fiducia! ! ! !
FIRMIAMO CONTRO IL PORCELLUM

venerdì 2 settembre 2011

ESAME INCROCIATO: INTERVISTA A INFORMAMENFIS



Un grazie ad Alfonso per la bella e piacevole intervista pubblicata sul suo seguitissimo blog:

venerdì 2 settembre 2011


ESAME INCROCIATO

Esame Incrociato è il titolo dell’ultimo romanzo di Michele Barbera, avvocato e scrittore menfitano, che dopo la sua  prima opera : “Neri di Sicilia” (vincitore nel 2011 del premio nazionale NeroBrand con il racconto “In punto di morte”) ci incanta con un legal triller da leggere tutto di un fiato, che pagina dopo pagina appassiona il lettore nel vortice giallo di un’avventura legale. Protagonista del romanzo è Marco Billemi, giovane avvocato penalista che, nell’ovattato studio legale di una caotica Palermo, si trova innanzi ad una difficile scelta: accettare l'uccisione del proprio migliore amico ( il giudice Beppe Maisano) o assumere la difesa del suo assassino? Senza scoprire gli intriganti risvolti di questo legal, ecco l’intervista a Michele Barbera:

D: ESAME INCROCIATO è il suo ultimo legal thriller, cosa o chi l’ha spinta nello scrivere questo giallo?

R: Intanto vorrei precisare che ESAME INCROCIATO in senso proprio è un legal, diciamo una sottospecie del genere giallo. Da quest’ultimo si differenzia essenzialmente per via del fatto che la vicenda ruota attorno ad un processo, cosa che nel giallo “classico” può mancare. Direi poi che ESAME INCROCIATO nasce da un vissuto emozionale particolare. E’ qualcosa, un’idea  che matura piano, che si costruisce giorno dopo giorno ed alla fine… ti trovi il romanzo nelle sue linee essenziali che aspetta solo di essere trasposto su carta. Poi è questione solo di pazienza e di umile e silenzioso lavoro. E’ un parto lento, comunque. Nel caso di ESAME INCROCIATO ci sono voluti quasi due anni prima che venisse alla luce!

D: Erle Stanley Gardner (creatore della figura letteraria di Perry Mason), Scott Turow (autore di Presunto Innocente, L’onere della prova), John Grisham (autore de La Giuria, Rapporto Pelican), a chi di questi tre importanti scrittori di legal thriller si ispira? O si ispira alla realtà cruda del Tribunale?

R: Sono tutti e tre dei “mostri sacri” a cui è impossibile paragonarsi. Li ho letti nella quasi totalità e forse solo esclusivamente per ragioni “anagrafiche” gradisco più Grisham e Turow, piuttosto che Gardner. Sono di sicuro dei Maestri, ciascuno a modo loro, del genere. Aggiungerei anche Steve Martini e J. Deaver. Gli scrittori americani di legal sono molto scenografici e danno un’impronta di “grandiosità” alle loro opere. Anche se a volte i loro libri sono quasi dei “fumettoni”, piatti, bidimensionali. La realtà italiana (Carofiglio, in primis) è legata a vicende più prosaiche, quotidiane, quasi minimaliste, anche se più “profonde”, intime, coinvolgenti. ESAME INCROCIATO, pur traendo origine dalla vita, come dici tu, “cruda” dei Tribunali italiani ha uno sfondo suggestivo che aspira ad una dimensione internazionale, ma sempre ancorata ad una verosimile realtà giudiziaria.

D: Ora, entriamo nel suo ESAME INCROCIATO, la domanda è d’obbligo…perché questo titolo che richiama un istituto di common law?

R: Volevo un titolo che fosse immediatamente riconoscibile e che non fuorviasse il lettore, quanto piuttosto l’incuriosisse. ESAME INCROCIATO, oltre a richiamare il metodo di interrogare i testimoni che accomuna il processo americano ed il nostro processo, è sintomatico di una lettura “multipiano” in cui le vicende si intersecano fra loro, mettendo in evidenza anche sfumature di tipo intimistico e soggettivo dei protagonisti della storia.

D: Marco Billemi, giovane avvocato protagonista del libro chi è?

R: Parafrasando Pirandello, verrebbe da dire che è un personaggio in cerca d’autore. Che poi è la realtà. Il personaggio-Billemi matura lungo lo sviluppo del libro, smussa alcune spigolosità del suo essere “giovane” ed “avvocato”, fino ad acquisire il magico “punto di equilibrio” che segna, poi, la maturità del personaggio. Il Billemi dell’inizio del romanzo e quello alla fine, pur mantenendo la medesima individualità, sono quasi due personaggi differenti. 

D: La figura del Billemi è quindi quella di un avvocato con un cuore, lontano dagli stereotipi dell’avvocato avido di soldi e privo di sentimenti?

R: Il senso recondito del romanzo è proprio questo: un Billemi in conflitto con se stesso, con sentimenti contrastanti, propri di chi, fino ad un certo momento, ha vissuto una quotidianità tranquilla che poi viene sconvolta da un evento che lo costringe a fare scelte senza compromessi. Il tutto alla quasi forzata ricerca di una verità “scomoda”. In tutti i sensi. Billemi è una sorta di Ulisse che nella sua personale odissea è alla ricerca continua di un approdo sicuro. Che poi alla fine troverà. Forse...

D: Un’ultima domanda. No, non le chiedo come finisce ESAME INCROCIATO, ma le domando, tentando un’unione tra il suo legal thriller e la recentissima realtà,  il giovane avvocato Billemi (capace di emozionarsi e di rischiare per qualcuno o qualcosa che tiene a cuore) che avrebbe fatto davanti la problematica della chiusura del suo Tribunale? Come ben può capire, faccio riferimento al Tribunale di Sciacca…

R: Ti ringrazio di questa domanda. Permettimi, però, di uscire dalla finzione e di mettere i piedi “a terra”. E’ importante capire che la chiusura di un Tribunale non è cosa che interessa “solo” gli avvocati. Anzi, a ben vedere, gli avvocati dovrebbero essere gli ultimi a preoccuparsi, in quanto l’accorpamento degli Uffici Giudiziari, sotto certi profili ed egoisticamente parlando, evita l’accavallarsi di impegni ed agevola le trasferte. Invece, ed in modo drammatico, la chiusura dei Tribunali interessa sopratutto le popolazioni coinvolte. Saranno loro a soffrire per la perdita del “servizio-giustizia” che già oggi soffre della malattia chiamata “aziendalizzazione”, che molti scambiano per “efficienza”. Più lontana è la percezione della giustizia, più aumenterà il senso di impunità e di “assenza dello Stato”. Inutile dire quali saranno le tragiche conseguenze nel vivere sociale. Sono le popolazioni che si devono mobilitare contro lo smantellamento del sistema “giustizia”, così come è già successo per il nucleare o per la privatizzazione dell’acqua. Ci sono valori sacri ed intangibili che devono essere tutelati, come la salute, l’istruzione o la giustizia, che non è possibile leggere solo attraverso la logica astratti dei numeri del profitto. Tornando al discorso di prima, credo che il povero Billemi, da solo, avrebbe potuto fare ben poco…

lunedì 29 agosto 2011

IL BOOK TRAILER DI ESAME INCROCIATO

Ecco il video del book-trailer di ESAME INCROCIATO: guardatelo e fatemi sapere:

LE VENTI REGOLE DEL GIALLO DI S.S. VAN DINE

Non uso questo blog per fare "lezioni". Piuttosto lo tengo come una linea rossa, o - se vi pare migliore il paragone - come un tavolino di bar, uno di quei posti dove ogni tanto ci si riunisce attorno, si discute, si lanciano idee, più o meno sballate.... Insomma, uno di quei posti dove, in piena libertà, possiamo esprimere quello che pensiamo.
Ecco, con questo post farò un'eccezione.
La questione è sorta l'altra sera, in un accogliente localino, dove con alcuni amici discutevamo di "ESAME INCROCIATO".
Mi ha disarmato una "vispa" trentenne, Francesca, che - con la grazia di un uragano - mi ha mitragliato di una decina di domande in appena sette secondi, spiazzandomi totalmente.
Scherzi a parte, abbiamo discusso della differenza tra il genere "legal" del romanzo ESAME INCROCIATO ed il più classico modello del "giallo".
Ho vagamente richiamato alla memoria, dove galleggiavano confusamente le venti regole del giallo di S.S. VAN DINE, un grande che ha saputo condensare lo scheletro di un giallo classico in venti asettici punti.
Le posto, un pò per debito di conoscenza verso Francesca, un pò per solleticare la curiosità dei frequentatori del mio "tavolino da bar".

  1. Il lettore deve avere le stesse possibilità del poliziotto di risolvere il mistero. Tutti gli indizi e le tracce debbono essere chiaramente elencati e descritti.
  2. Non devono essere esercitati sul lettore altri sotterfugi e inganni oltre quelli che legittimamente il criminale mette in opera contro lo stesso investigatore.
  3. Non ci deve essere una storia d'amore troppo interessante. Lo scopo è di condurre un criminale davanti alla Giustizia, non due innamorati all'altare.
  4. Né l'investigatore né alcun altro dei poliziotti ufficiali deve mai risultare colpevole. Questo non è un buon gioco: è come offrire a qualcuno un soldone lucido per un marengo; è una falsa testimonianza.
  5. Il colpevole deve essere scoperto attraverso logiche deduzioni: non per caso, o coincidenza, o non motivata confessione. Risolvere un problema criminale a codesto modo è come spedire determinatamente il lettore sopra una falsa traccia per dirgli poi che tenevate nascosto voi in una manica l'oggetto delle ricerche. Un autore che si comporti così è un semplice burlone di cattivo gusto.
  6. In un romanzo poliziesco ci deve essere un poliziotto, e un poliziotto non è tale se non indaga e deduce. Il suo compito è quello di riunire gli indizi che possono condurre alla cattura di chi è colpevole del misfatto commesso nel capitolo I. Se il poliziotto non raggiunge il suo scopo attraverso un simile lavorio non ha risolto veramente il problema, come non lo ha risolto lo scolaro che va a copiare nel testo di matematica il risultato finale del problema.
  7. Ci deve essere almeno un morto in un romanzo poliziesco e più il morto è morto, meglio è. Nessun delitto minore dell'assassinio è sufficiente. Trecento pagine sono troppe per una colpa minore. Il dispendio di energie del lettore dev'essere remunerato!
  8. Il problema del delitto deve essere risolto con metodi strettamente naturalistici. Apprendere la verità per mezzo di scritture medianiche, sedute spiritiche, la lettura del pensiero, suggestione e magie, è assolutamente proibito. Un lettore può gareggiare con un poliziotto che ricorre a metodi razionali: se deve competere anche con il mondo degli spiriti e con la metafisica, è battuto "ab initio".
  9. Ci deve essere nel romanzo un poliziotto, un solo "deduttore", un solo "deus ex machina. Mettere in scena tre, quattro, o addirittura una banda di segugi per risolvere il problema significa non soltanto disperdere l'interesse, spezzare il filo della logica, ma anche attribuirsi un antipatico vantaggio sul lettore. Se c'è più di un poliziotto, il lettore non sa più con chi sta gareggiando: sarebbe come farlo partecipare da solo a una corsa contro una staffetta.
  10. Il colpevole deve essere una persona che ha avuto una parte più o meno importante nella storia, una persona cioè, che sia divenuta familiare al lettore, e lo abbia interessato.
  11. I servitori non devono essere, in genere, scelti come colpevoli: si prestano a soluzioni troppo facili. Il colpevole deve essere decisamente una persona di fiducia, uno di cui non si dovrebbe mai sospettare.
  12. Nel romanzo deve esserci un solo colpevole, al di là del numero degli assassinii. Ovviamente che il colpevole può essersi servito di complici, ma la colpa e l'indignazione del lettore devono ricadere su un solo cattivo.
  13. Società segrete, associazioni a delinquere "et similia" non trovano posto in un vero romanzo poliziesco. Un delitto interessante è irrimediabilmente sciupato da una colpa collegiale. Certo anche al colpevole deve essere concessa una "chance": ma accordargli addirittura una società segreta è troppo. Nessun delinquente di classe accetterebbe.
  14. I metodi del delinquente e i sistemi di indagine devono essere razionali e scientifici. Vanno cioè senz'altro escluse la pseudo-scienza e le astuzie puramente fantastiche, alla maniera di Jules Verne. Quando un autore ricorre a simili metodi può considerarsi evaso, dai limiti del romanzo poliziesco, negli incontrollati domini del romanzo d'avventura.
  15. La soluzione del problema deve essere sempre evidente, ammesso che vi sia un lettore sufficientemente astuto per vederla subito. Se il lettore, dopo aver raggiunto il capitolo finale e la spiegazione, ripercorre il libro a ritroso, deve constatare che in un certo senso la soluzione stava davanti ai suoi occhi fin dall'inizio, che tutti gli indizi designavano il colpevole e che, se fosse stato acuto come il poliziotto, avrebbe potuto risolvere il mistero da sé, senza leggere il libro sino alla fine. Il che - inutile dirlo - capita spesso al lettore ricco d'istruzione.
  16. Un romanzo poliziesco non deve contenere descrizioni troppo diffuse, pezzi di bravura letteraria, analisi psicologiche troppo insistenti, presentazioni di "atmosfera": tutte cose che non hanno vitale importanza in un romanzo di indagine poliziesca. Esse rallentano l'azione, distraggono dallo scopo principale che è: porre un problema, analizzarlo, condurlo a una conclusione positiva. Si capisce che ci deve essere quel tanto di descrizione e di studio di carattere che è necessario per dare verosimiglianza alla narrazione.
  17. Un delinquente di professione non deve mai essere preso come colpevole in un romanzo poliziesco. I delitti dei banditi riguardano la polizia, non gli scrittori e i brillanti investigatori dilettanti. Un delitto veramente affascinante non può essere commesso che da un personaggio molto pio, o da una zitellona nota per le sue opere di beneficenza.
  18. Il delitto, in un romanzo poliziesco, non deve mai essere avvenuto per accidente: né deve scoprirsi che si tratta di suicidio. Terminare una odissea di indagini con una soluzione così irrisoria significa truffare bellamente il fiducioso e gentile lettore.
  19. I delitti nei romanzi polizieschi devono essere provocati da motivi puramente personali. Congiure internazionali ecc. appartengono a un altro genere narrativo. Una storia poliziesca deve riflettere le esperienze quotidiane del lettore, costituisce una valvola di sicurezza delle sue stesse emozioni.
  20. Ed ecco infine, per concludere degnamente questo "credo", una serie di espedienti che nessuno scrittore poliziesco che si rispetti vorrà più impiegare; perché già troppo usati e ormai familiari a ogni amatore di libri polizieschi. Valersene ancora è come confessare inettitudine e mancanza di originalità:
a) scoprire il colpevole grazie al confronto di un mozzicone di sigaretta lasciata sul luogo del delitto con le sigarette fumate da uno dei sospettati;
b) il trucco della seduta spiritica contraffatta che atterrisca il colpevole e lo induca a tradirsi;
c) impronte digitali falsificate;
d) alibi creato grazie a un fantoccio;
e) cane che non abbaia e quindi rivela il fatto che il colpevole è uno della famiglia;
f) il colpevole è un gemello, oppure un parente sosia di una persona sospetta, ma innocente;
g) siringhe ipodermiche e bevande soporifere;
h) delitto commesso in una stanza chiusa, dopo che la polizia vi ha già fatto il suo ingresso;
i) associazioni di parole che rivelano la colpa;
j) alfabeti convenzionali che il poliziotto decifra.
Ai posteri...l'ardua sentenza! ! !
By M.

sabato 6 agosto 2011

GRAZIE A DINO PER LA PAGINA SU LA DECIMA MUSA

Per chi scrive non credo che ci sia emozione più gratificante nel fatto che un'altra persona legga quello che tu hai scritto ed esprima in tutta sincerità quello che ne pensa, magari dandoti suggerimenti e consigli. Con Dino Chiruzzi abbiamo combattuto mille battaglie sul fronte giornalistico, eppure quando lui legge i miei scritti, mi ritrovo come uno scolaretto che va a fare gli esami...
Stavolta l'ho scampata bella.
Anzi, debbo ringraziarlo per quello che ha scritto sulle mie opere nelle pagine WEB del giornale LA SFIDA e dell'Associazione Culturale LA DECIMA MUSA.
Ecco l'articolo: 

MICHELE BARBERA


Scritto da Dino Chiruzzi   
venerdì 05 agosto 2011
Nato a Castelvetrano (TP) nel 1969, laureato in giurisprudenza, oggi svolge la professione di avvocato.
ImageHa collaborato  e collabora a diverse riviste, periodici e giornali locali, pubblicando racconti, articoli e saggi di costume. Ha partecipato alla stesura di diversi soggetti teatrali sperimentali e in dialetto. Nel 1991 ha vinto il concorso nazionale di giornalismo indetto dal Centro Kolbe di Mestre (VE). Nel '92 e '93 partecipa attivamente al giornale locale CRONACHE di MENFI.
Image  Nel 2009 la PHASAR Edizioni gli pubblica il suo primo lavoro letterario NERI di SICILIA, una serie di racconti noir che lasciano il segno nel lettore appassionato al genere. Come è accaduto a chi scrive. L'ho letto tutto di un fiato.
"Ogni racconto è una storia a sè, eppure legata alle altre da un misterioso trait d'union che corre lungo impercettibili algoritmi esistenziali".
Un libro da non perdere, merita di stare nella biblioteca di un giallista appassionato.
Ma il libro che "scuoterà", senza alcun dubbio, la coscienza dei lettori è "Esame incrociato", fresco di stampa, che da giorni sta occopando gli scaffali delle migliori librerie d'Italia.
ImageESAME INCROCIATO è il nuovo romanzo "legal thriller" del nostro amico e concittadino.
Ambientato a Palermo e dintorni, descrivendo fatti, personaggi ed ambiente avvinghia il lettore nella trama e lo porta a vivere un'avventura legale, dura, a volte tragica, ma sempre a dimensione "umana", quasi reale in cui il lettore si immedesima e partecipa sino all'ultima pagina.
Buona lettura a tutti
Dino Chiruzzi 


lunedì 1 agosto 2011

Steve Martini: CHIAMATA IN GIUDIZIO


Gli appassionati del genere "legal" conoscono ed hanno senz'altro apprezzato le opere di Steve Martini. Originario di San Francisco ha lavorato come reporter, occupandosi - ovvio - di giudiziaria. Dopo una agognata laurea in legge si era messo a fare l'avvocato in California (eh, voglio dire, mica nell'ultima provincia della nostra Italietta! ! !). Dopo si è dedicato a tempo pieno alla narrativa di genere legal sfornando un best seller dopo l'altro. 
Delle opere di Steve mi piace innanzi tutto l'intreccio, in genere ben congegnato, che attrae e spinge il lettore ad andare avanti, poi lo stile, asciutto e scorrevole che in materie come il legal è senz'altro un pregio. 
Ho finito da poco "CHIAMATA IN GIUDIZIO", uno dei romanzi più conosciuti e più riusciti di Martini. Il romanzo ripropone al lettore la figura dell'avvocato Paul Madriani ed il compito che l'aspetta è risolvere il dilemma dell'uccisione di un suo collega e del cliente. Un duplice omicidio che porta il protagonista dalle aule di Tribunale sino alle intricate giungle dello Yucatan....
Buona lettura, by M.

giovedì 14 luglio 2011

IL DENARO

Il denaro può comprare una casa,
ma non una famiglia.
Il denaro può comprare un orologio,
però non il tempo.
Il denaro può comprare un letto,
ma non il sonno.
Il denaro può comprare un libro,
però non la conoscenza.
Il denaro può pagare un medico,
ma non la salute.
Il denaro può comprare una posizione ,
però non il rispetto.
Il denaro può comprare il sangue,
ma non la vita.
Il denaro può comprare sesso,
però non l’amore.
Il denaro è utile
ci aiuta a soddisfare i nostri bisogni materiali
ma non compensa
e non può comprare i sentimenti più profondi.
Trattiamolo sì, rispettando il suo valore
nelle nostre tasche,
senza dimenticare però il nostro, di valore,
che è vivere la vita.

(P.S.: Non è mia ma circola sul WEB ed è bellissima e fa riflettere)
Saluti by M.



martedì 12 luglio 2011

GIUSTIZIA SOLO PER I RICCHI

Nell'Italia della vergogna quotidiana non possiamo rimanere inerti di fronte ad una infamante iniziativa del governo che nel giro di un paio di anni, dopo avere introdotto la "mediaconciliazione"  ha aumentato in modo vertiginoso le spese di giustizia per le cause civili, addirittura introducendone di nuove.
Ed il tutto con il massimo silenzio.
Vergogna.
Ora, per di più i Tribunali sub-provinciali sono stati privati, con l'infamante decreto del 2011 (manovra finanziaria) delle competenze in materia di lavoro e previdenza.
Vaglielo a spiegare a chi è stato ingiustamente licenziato o a chi da invalido aspetta la pensione che dovrà farsi in alcuni casi quasi duecento chilometri tra andata e ritorno per assistere all'udienza. Il tutto condito dal nuovo balzello che la mirabile accoppiata Berlusca-Tremonti ha ideato e scodellato.
Molti pensano che tanto questi oneri saranno pagati dagli avvocati.
Niente di più sbagliato: saranno pagati dagli ignari contribuenti che avranno (ahiloro) necessità di ricorrere alla giustizia contro un datore di lavoro arrogante o per ottenere un loro diritto da invalidi ingiustamente negato.
Vergogna! ! !
M.

PERCHE’ L’EURO E’ STATO UN ERRORE

E’ venuto il momento di fare una riflessione seria.
Da tempo ormai assistiamo impotenti ad un balletto che coinvolge nazioni, potentati economici e finanziari e, purtroppo, intere popolazioni.
Dal 2001 in poi nel mondo è cambiata un’epoca.
Con l’attentato alle Torri Gemelle, ispirato da chi e cosa non importa, si è innescata una catena a reazione che speriamo possa fermarsi.
Con l’introduzione dell’euro nel 2002 i politicanti europei (scusate il termine dispregiativo) volevano raggiungere alcuni importanti e positivi obiettivi:
a)                  la stabilità monetaria ed impedire la fluttuazione del valore del denaro;
b)                  l’organicità degli scambi infracomunitari;
c)                  l’aumento di prestigio monetario dell’area euro nel mondo;
d)                  il pagamento della bolletta energetica (=petrolio) in valuta propria e non più in “petrodollari”;
e)                  una crescita costante e comune a tutta l’Europa del benessere economico.
Pii desideri rimasti tali e obiettivi miseramente falliti.
Ho raccolto materiale in questi anni che viene da mettersi le mani nei capelli e che dimostra, via via il progressivo decadimento dagli obiettivi primari ed, invece, mette in mostra la degenerazione di questo virus infettivo che è diventato l’euro.
Ed infatti:
1)                  non c’è stata alcuna stabilità monetaria, l’euro ha condotto una lotta fratricida e cannibalistica con il dollaro in cui ha avuto la peggio il dollaro, ma senza alcun reale vantaggio per l’euro. Anzi, diverse fonti attestano che l’indebolimento del dollaro, dovuto all’avanzare dell’euro ha destabilizzato i mercati mondiali che ora speculano in modo indiscriminato sull’euro;
2)                  gli scambi comunitari, sebbene nominalmente avvantaggiati dalla moneta unica, non solo non sono aumentati, ma risentono di una valuta forte che impedisce l’adeguamento ai parametri finanziari locali: l’Europa, comunque sia, non è uguale, e l’uniformità monetaria forzata ha generato e genera disfunzioni che si riflettono inevitabilmente sulle economie reali dei singoli paesi;
3)                  il prestigio dell’euro lo ha reso una preda appetibile per gli appetiti speculativi del mondo. L’economica cinese ed altri potentati stanno rastrellando euro per aumentare il proprio peso sui sistemi economici europei. Lì sta uno dei grossi rischi dell’economia mondiale:
4)                  il miglioramento della bolletta energetica è stato un flop mostruoso. L’energia o in dollari, o in euro, o in lire si pagava prima e si paga adesso. In difetto di una politica energetica propria che tenda all’autosufficienza il tentare di gabbare i paesi produttori con una moneta nuova è stato totalmente inutile, tanto è vero che il prezzo della benzina (solo per fare uno squallido esempio) è schizzato alle stelle;
5)                  i risultati sulla crescita del “benessere economico” sono sotto gli occhi di tutti. La Grecia, la Spagna, il Portogallo, etc.. etc… sono state le aree più deboli ad essere colpite dal virus dell’euro.
Il difetto maggiore dell’euro è stato quello di non essere collegato ad una economia sovrana, cioè ad uno stato. Nella differenza delle varie economie locali ed in assenza di una politica economica reale e seria oltre che uniforme e costrittiva i vari governi  locali sono andati ognuno per la sua strada non tenendo conto dei riflessi complessivi e facendo pagare agli altri le cambiali che ciascuno firmava.
Non solo, ma mentre prima le singole economie, collegate ai singoli stati, consentivano un monitoraggio reale dei singoli sistemi economici con l’applicazione in tempo reale di parametri inflazionistici e svalutativi, ora l’euro ha anestetizzato i meccanismi inflattivi ed i sistemi di allarme delle singole economie, rimettendo il tutto alla valutazione di organi europei sopranazionali privi di concreto potere costrittivo sulle singole economie.
Non solo, ma i singoli stati europei, privi dello schermo valutario che fungeva da protezione, nulla possono contro le speculazioni finanziarie che si insinuano nelle pieghe dei mercati finanziari dell’area euro più deboli, ed anzi sono costretti a subire le negatività di un sistema borsistico che ha troppe variabili da controllare.
E’ come quando uno ha un cancro ma lo scopre troppo tardi.
Con le devastanti conseguenze che ciò comporta.
Molti politici ed economisti si rendono conto di quanto vi ho detto, ma tutti hanno paura di ammetterlo.
E’ vero che il ritorno dall’euro alle monete nazionali (cioè collegate ad uno Stato sovrano) comporterebbe dei sacrifici, ma essi sarebbero di gran lunga assai inferiori rispetto allo spettro di quello che l’euro potrà causare negli anni a venire. E lo sanno tutti che ritornare alla pluralità di monete è l’unica via per sconfiggere il cancro. E’ una terapia dura, ma è l’unica, a meno che non si vogliano azzerare tutti i governi europei e rimettere tutto in mano al governo unico di Bruxelles.
Saluti, M.

domenica 10 luglio 2011

PUBBLICATO DA MONDADORI IL RACCONTO GIALLO "QUALCOSA DI IMPORTANTE"

Cari amici che affettuosamente mi seguite, gli eventi si susseguono a ritmo vertiginoso. Stiamo pensando in questi giorni alla prima distribuzione di ESAME INCROCIATO, quando mi giunge (festosa) notizia che in edicola è stato distribuito il volume "Carabinieri in Giallo 4" con il mio racconto "Qualcosa di importante". Le indagini sono condotte dal maresciallo Massimo Liberti, prossimo protagonista di una serie di indagini investigative. 
Ecco la copertina del volume e la quarta:

Il volume ha ricevuto un editing accurato ed i racconti contenuti a me sono parsi tutti di un buon livello narrativo. Non dimentichiamo che la Giuria del concorso era presieduta nientepopodimenoché dall'illustre Giancarlo De Cataldo e composta da nomi dell'editoria e del cinema di tutto rispetto.
Alla prossima! ! !
Vs. M.

lunedì 4 luglio 2011

INTERVISTA A "LA SFIDA" SU ESAME INCROCIATO

L'amico Dino mi ha ospitato con una gradevolissima intervista sul sito internettiano de "LA SFIDA". Colgo l'occasione per congratularmi con cui per il milione quasi e mezzo di contatti che il sito sta avendo.
Grazie Dino!
Ecco il testo dell'intervista:



Intervista a “LA SFIDA”
Scritto da Dino Chiruzzi   
ESAME INCROCIATO: il nuovo romanzo di Michele Barbera
Caro Michele, permettimi di darti giornalisticamente del “tu”. Ed allora, dopo NERI DI SICILIA, come nasce quest’ultima fatica letteraria?
Ad essere precisi, ESAME INCROCIATO, cronologicamente, è nato prima di NERI DI SICILIA. Ne avevo abbozzato la trama diverse estati orsono. Poi, trattandosi di un progetto abbastanza impegnativo (la trama si snoda per circa cinquecento pagine) lo avevo un po’ trascurato. Comunque, è vero, che dopo NERI DI SICILIA ho ritrovato lo slancio per completarlo e presentarlo ad una realtà editoriale attiva quale LA ZISA di Palermo.
ESAME INCROCIATO e non solo… Ho visto, sbirciando sul tuo blog, che negli ultimi due anni ti sei dato da fare, ottenendo pure diversi riconoscimenti…
Non ti sfugge niente, eh? Diciamo che ho ritagliato maggiori momenti per questa passione dello scrivere, non più in forma giornalistica, come avevo fatto per INSIEME PER MENFI e diverse altri periodici locali, ma in forma narrativa. Ho mandato qualcosa a diversi concorsi e selezioni, più per il piacere di confrontarmi con gli altri che per la selezione in sé. Naturalmente, arrivare fra i primi, o, comunque, essere selezionati per una pubblicazione è qualcosa che gratifica moltissimo e ti incentiva allo scrivere. Consiglio sempre, agli aspiranti “scrittori” di partecipare a questo tipo di manifestazioni. Ci si incontra, anche virtualmente, con tanti altri bravi autori e si pongono a confronto stili ed espressioni. Ma sempre come passione.
Perché come semplice “passione”? Eppure ci sono scrittori che hanno avuto notevoli riscontri economici, volgarmente parlando, si sono arricchiti…
Purtroppo, almeno per la quasi totalità di scrittori italiani, debbo smentirti. La realtà editoriale è molto dura. Non è un problema di selezione o di bravura. La vera questione è il dato commerciale. Tira di più il libro scritto da una velina o da un conduttore televisivo di passaggio, anche se tratta del colore delle calzette della nonna, piuttosto di un romanzo valido scritto da un bravo autore, ahilui, sconosciuto. Senza parlare che per le opere prime farsi pubblicare da un editore importante è quasi impossibile. L’importante è non demordere mai, facendo comunque tesoro dei suggerimenti e dei consigli degli altri. L’umiltà e la tenacia credo siano le virtù più importanti di chi vuole affermarsi in campo editoriale.
Ora parliamo di ESAME INCROCIATO. Un legal thriller alla maniera americana? 
Sì e no. Di americano c’è poco o niente, se non, come mi ha suggerito qualcuno una certa dinamica di tipo cinematografico. La trama è italianissima. Anzi, siciliana. Ma affrontata con gli occhi di un protagonista inusuale, un giovane avvocato alle prese con problemi reali, quotidiani, proiettato, però, all’improvviso in un contesto che lo coinvolge, sino a sconvolgerlo, mi si perdoni il gioco di parole.
La giustizia italiana è sinonimo di lentezza e di pesantezza burocratica e, pare, mal si adatti a riduzioni di tipo romanzesco. E’ così?
No. Non credo. Il rito penale accusatorio, questo sì, di ispirazione americana, ha spostato il baricentro dalla fase investigativa alla fase dibattimentale. Per questo, oggi è importante per un avvocato penalista sapere condurre bene il dibattimento. Ed, in fondo, il romanzo legal americano è indissolubilmente legato all’aula di udienza, al processo in sé. ESAME INCROCIATO si incentra sul processo e sui suoi protagonisti, non dimenticando, però, quello che avviene “fuori” dall’aula di udienza. Che spesso è importante tanto, se non di più, di quello che avviene dentro.
Cinquecento pagine non ti sembrano troppe?
Ahi, temevo questa domanda. Se vuoi saperlo, all’origine erano pure qualcosa in più. L’accurato editing che ho svolto nell’arco di circa otto mesi con gli esperti della casa editrice, ha portato ad una revisione totale del romanzo, con rimaneggiamenti e snellimenti, il tutto per rendere scorrevole la lettura e non annoiarla. Comunque, se vuoi saperlo, c’è un “record”, ed è quello di Maurizio Rizza, un editor di LA ZISA che ha letto il romanzo in prima battuta in un solo giorno!
Perché “ESAME INCROCIATO”?
Beh, nel processo penale americano cross examination, traduzione letterale di esame incrociato, è, forse, il momento culmine del processo ed indica il modo di condurre l’esame del teste da parte di accusa e difesa. Un esame, per l’appunto, incrociato. In realtà, il titolo mi è piaciuto perché metaforicamente si riallaccia a più livelli di percezione della narrazione. Nel romanzo si incrociano e si intrecciano, anche in modo conflittuale, sentimenti e situazioni, sia a livello personale che relazionale tra i protagonisti del romanzo stesso.
Una domanda è d’obbligo: progetti per il futuro, editorialmente parlando?
Tanti. Ma tendo sempre ad essere prudente ed a frenarmi. A luglio uscirà pure un giallo, in un’antologia pubblicata da Mondadori con protagonista il maresciallo Liberti. E’ un bel personaggio che ho ideato per una serie di gialli. Poi vedremo. Ho idee forti su un altro romanzo e, quasi sicuramente, sarà un giallo con forti connotazioni thriller.
Le ultime parole famose?
Sicuramente quelle con cui chiudo la pagina dei ringraziamenti del libro: spero che i lettori di ESAME INCROCIATO si divertano a leggere il romanzo, tanto quanto a me è piaciuto scriverlo. 

venerdì 1 luglio 2011

E' ARRIVATO: ESAME INCROCIATO

Michele Barbera, Esame incrociato, La Zisa

Michele Barbera

Esame incrociato     

NARRATIVA     
 La Zisa
Collana:       La linea gialla 1
Pagine:        464
Prezzo:        € 19,50
ISBN:                   978-88-95709-98-7
Anno:                   2011

Cos'è più difficile: accettare l'uccisione del proprio migliore amico o assumere la difesa del suo assassino? Marco Billemi, giovane avvocato penalista, dovrà affrontare una lotta che non si svolgerà solo nelle aule di giustizia. Scoprirà ben presto che il processo cui partecipa come difensore lo coinvolge a livelli più profondi, sino a mettere in crisi la sua coscienza di avvocato e di uomo. L'omicidio del giudice BeppeMaisano diventa un crocevia di emozioni e di situazioni trascinanti in cui le rigide regole processuali si piegano di fronte alla ineluttabilità degli eventi ed all'impeto di forze che trascendono il singolo individuo e tentano di condizionare non solo la sentenza, ma anche l'esistenza stessa dei protagonisti. Quando il confronto tra accusa e difesa metterà a fuoco un verdetto di condanna che si preannuncia fin troppo scontato, Marco, con lucida determinatezza, affronterà ciò che un destino cinico e violento ha seminato sul suo cammino, anche a costo di perdere gli affetti e di rischiare la propria vita per salvaguardare una verità che molti preferiscono rimanga nascosta. Dalle atmosfere ovattate di un elegante studio legale sino alle aspre campagne dell'entroterra siciliano, passando per le fredde aule dei palazzi di giustizia: un legal thriller che non può che essere metafora della stessa esistenza umana, in cui la crudeltà del male può essere sconfitta solo dalla tenacia del bene.

Michele Barbera è nato a Castelvetrano (TP) nel 1969, fa l'avvocato e collabora con diversi periodici e siti web con i suoi racconti noir, gialli e horror. Nel 2009 ha pubblicato Neri di Sicilia e nel 2011 ha vinto il premio nazionale NeroBrand con il racconto In punto di morte. Sempre nel 2011, il giallo Qualcosa di importante è stato pubblicato in un'antologia edita da Mondadori e dedicata alle investigazioni dell'Arma dei Carabinieri.

mercoledì 22 giugno 2011